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23/11/24 ore

Mariangela Melato, la Chiesa mortifica il ricordo di Emma Bonino



 Non tutti sono bene accetti nella Casa del Signore. Sorelle e fratelli dentro, fratellastri e figlioli poco prodighi fuori. Così alla radicale Emma Bonino è stato vietato di commemorare Mariangela Melato all'interno della Chiesa degli Artisti dove si è tenuto il funerale della Signora del Teatro, morta a Roma il 10 gennaio all'età di 71 anni.

 

“Non so perché – ha commentato la vicenda la vicepresidente del Senato – non sono esperta di cerimonie religiose, ma la cosa ha stupito tutti”. Era stata proprio la grande attrice a decidere di affidare le parole di commiato dal palcoscenico e dalla vita alla voce di Bonino, ma quest'ultima, chiamata da Renzo Arbore affinché potesse leggere durante la cerimonia il discorso in onore dell'artista, si è vista costretta ad aspettare l'uscita del feretro sul sagrato fuori dalla Chiesa, secondo quanto stabilito dalle “nuove disposizioni del prete”.

 

Il sacerdote, obbedendo ad un'improvvisa decisione della Diocesi, durante l'omelia avrebbe infatti precisato che “l'abbraccio della folla e gli altri saluti sarebbero dovuti avvenire all'esterno”. Stupore, qualche sommesso commento, un alone di disappunto e poi tutti fuori, sotto il cielo grigio di Piazza del Popolo a dire ciao a lei, “antidiva regina del palcoscenico, anticonformista per autenticità e non per moda, appassionata cittadina italiana”.

 

Parole, quelle di Bonino, pensate e pronunciate per ricordare la “donna Mariangela, nei suoi aspetti forse meno noti, ma ben definiti e caratterizzanti della sua vita artistica e del suo percorso personale”. Ed ecco che, attraverso la memoria della leader radicale, è possibile sbirciare nel dietro le quinte del meraviglioso spettacacolo che l'attrice Melato ha offerto lungo tutta la sua carriera: dietro il sipario, racconta Bonino, c'é la compagna che “ho spesso trovato al mio fianco, determinata e vitale, in alcune sfide radicali apparentemente impossibili: più erano difficili più lei c'era, perché convinta che il mondo può essere cambiato e se può, qualcuno deve tentare”.

 

Una “sintonia forte di intenti, comportamenti, passione civile” che ha fatto sì che queste due donne si “sfiorassero” spesso, “incontrandosi a distanza”, condividendo il coraggio di fare delle proprie paure un punto di forza, di “consapevolezza collettiva e potenzialmente contagiosa”. Non amiche, non confidenti, non compagne. 'Sorelle' nello spirito, forse. Che, probabilmente, non è abbastanza cristiano. (F.U.)

 

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