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25/04/24 ore

Ogm, la 'non decisione' dell'Ue sul mais transgenico



Nel limbo decisionale in cui l'Ue sembra essere precipitata da quanto è stata chiamata a pronunciarsi sull'eventuale autorizzazione alla coltivazione su territorio europeo del mais OGM 1507 dell'americana Pioneer, qualcosa, volente o nolente, potrebbe comunque muoversi.

 

Il Consiglio Affari Generali dell'Unione europea, con 19 intenzioni di voto contrarie, 5 favorevoli e 4 astenzioni, si è infatti espresso negativamente rispetto alla coltivazione del mais, ma tecnicamente non è emersa la maggioranza 'qualificata' (che si basa sul fatto che gli Stati membri non hanno uguale peso nella votazione), tra le proteste soprattutto della Francia che auspicava un voto contrario senza indugi.

 

La decisione, dunque, passa ora alla Commissione europea che, considerando i sei pareri favorevoli già ricevuti dell'Efsa (Autorità per la sicurezza alimentare dell’Unione Europea), potrebbe dare l'ok per la prima volta alle coltivazioni geneticamente modificate, nonostante gli Stati membri dell'Ue non siano giunti a una posizione condivisa.

 

Come sottolinea il commissario europeo alla salute Tonio Borg, se non ci sarà una maggioranza qualificata contraria, la Commissione “è obbligata” ad autorizzare la coltivazione incriminata per rispettare una sentenza della Corte di Giustizia che ha stabilito il principio secondo cui l'esecutivo di Bruxelles, in assenza di indicazione politica dai governi, debba omologarsi al parere dell'Efsa, secondo cui non esistono abbastanza prove per bocciare il mais 1507.

 

Quest'ultimo produce una tossina chiamata Bt, letale per alcuni parassiti e tossico per farfalle e falene ed è stato inoltre modificato per essere resistente all'erbicida glufosinato, che sarà vietato nell'Ue entro il 2017 a causa della sua tossicità.

 

“La Commissione non può ignorare le preoccupazioni di carattere scientifico, politico e legale provenienti da una vasta maggioranza di Paesi membri, dai due terzi del Parlamento Europep e da gra parte dei cittadini europei – ha dichiarato Greenpeace – E' molto probabile che la Corte di Giustizia Europea annulli un’eventuale autorizzazione del mais 1507, se portata in giudizio, come fece con la patata OGM Amflora: la Commissione deve imparare dai suoi errori e smettere di infrangere le regole che garantiscono la sicurezza delle coltivazioni in Europa”.

 

La palla avvelenata, dunque, spetta ora alla Commissione che a breve dovrebbe prendere una decisione che appare oramai quasi scontata. Così come scontata è senza dubbio l'ennesima mancata presa di posizione di un'Europa disunita e incapace di assurmersi qualsiasi tipo di responsabilità. (F.U.)


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