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23/12/24 ore

Un macigno di Marmo sul caso Tortora, flash mob a Pompei



Un flash mob in ricordo del presentatore Enzo Tortora e contro la nomina ad assessore di Diego Marmo, il Pm che lo fece condannare nonostante fosse innocente, si è svolto stamattina fuori alla sede del comune di Pompei a Piazza Bartolo Longo. 

 

L'iniziativa è stata promossa dal direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale, Giuseppe Rippa, protagonista all'epoca della battaglia a favore di Tortora, dal membro dell'esecutivo nazionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, dallo speaker radiofonico Gianni Simioli, dagli avvocati Raffaele Lello Caiazza e Fiorella Zabatta, dall'animalista Patrizia Cipullo, dell'ambientalista Giovanni Rea e dall'imprenditore Roberto Fogliame.

Tra i partecipanti anche Lelio Marinò, che fu arrestato con il presentatore e dopo 28 mesi di carcere fu ritenuto estraneo ai fatti e totalmente innocente.

 

Nel corso della manifestazione sono state lette pubblicamente le frasi agghiaccianti dei magistrati che lo fecero condannare: come Felice Di Persia, che affermò che "non ci furono errori giudiziari... di "quei magistrati con la loro carriera quarantennale hanno onorato la magistratura"; o lo stesso Marmo, protagonista dall'arringa tragicamente famosa che inchiodò l'innocente Tortora con parole infamanti quali "cinico mercante di morte".

 

Ma soprattutto sono state lette le missive che Tortora inviò alla moglie ed alla figlia mentre era in carcere. Quelle lettere che non hanno mai raggiunto i cuori degli uomini che condannarono senza prove un innocente. Per questo è necessario affermare sempre con determinazione la necessità della responsabilità civile dei Magistrati.

 

 

 

"Noi riteniamo - spiegano gli organizzatori della manifestazione Giuseppe Rippa e Francesco Emilio Borrelli - che innanzitutto il neo sindaco Ferdinando Uliano deve spiegare pubblicamente il motivo per cui ha scelto come assessore alla legalità di Pompei unapersona che ha commesso un tale errore giudiziario. Ci deve spiegare i motivi di questa decisione a nostro avviso assurda e inaccettabile, per quello che Marmo ha rappresentato e rappresenta nella storia della giustizia italiana e della legalità. Il caso Tortora, ha dichiarato in queste ore Diego Marmo, rappresenta 'solo un episodio della mia vita'. Non è così per tanti italiani. Quel caso rappresenta secondo noi una ferita che ancora non si è rimarginata e per i cui errori nessuno ha pagato se non l’innocente Tortora. Se il Sindaco confermerà Marmo come assessore, partiremo con una raccolta di firme tra la popolazione di Pompei per chiederne le dimissioni".

 

Lelio Marinò, sbattuto in galera per 28 mesi e coinvolto nel processo Tortora pur essendo risultato innocente, è intervenuto affermando: "a me nessuno ha chiesto scusa, nessuno mi risarcito, nessuno mi ha neanche cercato. Questi Magistrati devono farci paura e non possono ricoprire incarichi pubblici".


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