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12/10/24 ore

Paolo Villaggio ricordato dagli amici alla Casa del Cinema


  • Giovanni Lauricella

In un tardo pomeriggio, in cui il sole batteva ancora forte, l’arena di Villa Borghese della Casa del Cinema era gremita da un folto pubblico di attori, registi e di tanti cittadini romani accorsi in ricordo di Paolo Villaggio scomparso a ottantaquattro anni.

 

Interessante serata per quello che hanno detto su di lui gli invitati: tutti apprezzamenti che, se ci fosse stato, Paolo avrebbe massacrati con esternazioni sadiche tipo “Massa di sfigati! Che ci state a fare sotto il sole? Un caloroso saluto? “ o con battutacce con la voce lupata da lui inventata per sottolineare le spaventose situazioni in cui sprofondano gli sfortunati miserabili cui si ispiravano i suoi personaggi.

 

Un’ossessione, quella della sfiga, che è stata la chiave del suo successo, mantenuto costantemente per un lungo arco della vita sin dagli anni sessanta se non prima; condizione che gli ha creato una vita agiata caratterizzata da continui e piacevoli viaggi ricordati nella serata con nostalgia proprio dal figlio.

 

Per il pubblico Villaggio, meglio conosciuto come Fantozzi, Fracchia o Kranz, ebbe grande successo come scrittore di libri comici su Fantozzi, interprete di famosi film fantozzeschi, ma fu anche opinionista, personaggio televisivo e candidato alle elezioni per Democrazia Proletaria e per la lista Marco Pannella.

 

Rappresentò con la saga fantozziana il contraltare del mitico posto fisso, ambita meta di tutti gli italiani e foglia di fico di tutti quegli impiegati che, invece di esultare del fatto che non dovevano fare lavori manuali di cui si era sempre campato, si lagnavano dell’oppressione che subivano tra le scrivanie degli uffici. Con la sua comicità riuscì a mettere in ridicolo tale lavoro, adesso ancora agognato ma che non vedrà partecipi le future generazioni, che dovranno campare d’altro.

 

Contrariamente al mito cinematografico a cui è relegato, va interpretato come uno sfigato non Fantozzi ma Villaggio; sì, intendo proprio Paolo, in quanto scrittore incapace di essere un Gogol all’italiana, ma in compenso, a causa anche al suo fisico, capace di diventare caricatura di se stesso sullo schermo.

 

Se lo si guarda da tale angolatura risulta sempre un Keaton: clownesco ma più teatrale, iperbolico sino all’assurdo ma sempre proteso a smascherare tutti con cattiveria disarmante e amara, un Pierino carogna che aggiudica infamanti invettive a chiunque, doppiamente drammatico se si aggiunge il suo ego a quello creato per la scena.

 

Alla Casa del Cinema oltre ai familiari, la moglie Maura e i figli Elisabetta e Pierfrancesco, come si potrebbe presumere, numerosi sono stati gli artisti dello spettacolo, della cultura e della politica eccezionalmente presenti per l’occasione, alcuni dei quali introdotti sul palcoscenico dal direttore della Casa del Cinema, Giorgio Gosetti, dove hanno parlato su Paolo Villaggio: Milena Vukotic ,Luca Bergamo , Carlo Vanzina, Neri Parenti, Mario Sesti, Fabio Ferzetti , Walter Veltroni, Ricky Tognazzi, che hanno fatto emergere in numerosi aneddoti spesso surreali la sua personalità da discolo dispettoso, non risparmiando momenti toccanti e commoventi.

 

In platea solo per dirne alcuni: Luca Cordero di Montezemolo, Dori Ghezzi, Renzo Arbore, Roberto D'Agostino, Tony Renis, Enrico Lucherini, Paolo Cirino Pomicino, Laura Delli Colli, Lina Wertmuller, Carlo Freccero, Massimo Boldi, Marina Ripa di Meana, Lidia Ravera e molti altri …

 

Le esequie di Paolo Villaggio erano iniziate al mattino con la camera ardente al Comune di Roma in cerimonia laica, dove sono stati presenti numerosi esponenti politici: Dario Franceschini, il sindaco e il vicesindaco di Roma, Beppe Grillo, Davide Casaleggio e rappresentanti dello spettacolo come Lino Banfi, Enrico Montesano ecc.

 

Paolo Villaggio verrà sepolto a Genova, vista mare, come voleva.

 

 


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