Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

20/04/24 ore

Cold War, di Pawel Pawlikowski. Tra amore e Guerra Fredda


  • Giovanna D'Arbitrio

Premiato per la miglior regia al Festival di Cannes 2018, il film di Pawlikowski, Cold War, racconta una struggente storia d’amore che si svolge nell’arco di quindici anni, dal 1949 al 1964, tra Polonia, Parigi, Berlino, Jugoslavia.

 

Siamo inPolonia nel 1949: il musicista Wiktor (Tomasz Kot) e la giovane cantante Zula (Joanna Kulig) si incontrano nel dopoguerra in un paese ridotto in macerie. Pur provenendo da ambienti diversi, si innamorano perdutamente in un’epoca difficile, quella della Guerra Fredda, quando Zula viene scelta da Viktor per far parte di una compagnia di danze e canti popolari.

 

Purtroppo la situazione politica cambia con il consolidarsi dello stalinismo: Lech Kaczmarek (BorysSzyc), direttore amministrativo della scuola, introduce nel repertorio musicale canti di propaganda del regime e Wiktor non approva le sue idee. Nel '52 durante una performance teatrale a Berlino Est, Viktor oltrepassa il confine, ma Zula non ha il coraggio di seguirlo. Qualche anno dopo ritroviamo Wiktor a Parigi dove suona in un jazz club e vive con una scrittrice francese, benché non abbia mai dimenticato Zula.

 

Durante una tourné del  gruppo polacco, i due s’incontrano di nuovo e Zula alla fine accetta di stabilirsi a Parigi, ma stare insieme ancora una volta si rivela impossibile, sempre ostacolati da barriere politiche o psicologiche. Dopo un litigio Zula rientra a Varsavia e Wiktor decide di ritornare in patria, ma viene a arrestato, torturato e condannato a quindici anni di prigione. Zula con l’aiuto di Kaczmarek riuscirà a farlo uscire: sono gli anni ’60, ma per i due innamorati non sembra esserci un luogo al mondo in cui convivere in pace. La triste conclusione del film suscita sorpresa e discussioni tra gli spettatori, ma tutto sommato appare logica.

 

Pawel Pawlikowski, già vincitore di un Oscar con “Ida” nel 2013, nel dedicare questo film ai suoi genitori Zula e Viktor, ha affermato che erano entrambi “due persone forti e meravigliose, ma come coppia un infinito disastro. All’incomunicabilità caratteriale, si aggiunse la difficoltà di vivere sotto un regime totalitario e la vita da esiliati in un diverso ambiente culturale”.

 

Girato in uno stupendo bianco e nero in formato 4:3 (fotografia di ŁukaszŻal), Cold war si avvale di una notevole colonna sonora che spazia tra diversi generi musicali, come musica classica, folkloristica, jazz , canzoni leggere e così via, adeguandosi ad epoche e paesi diversi.

 

Numerosi i riconoscimenti ottenuti dal film (oltre alla Palma d’Oro), come European Film Awards Miglior film, Miglior regista a Pawel Pawlikowski, Miglior attrice a Joanna Kulig, sceneggiatura a Pawel Pawlikowski, Miglior montaggio a Jaroslaw Kaminski,  la miglior fotografia a ŁukaszŻal, Premio Goya Candidatura per il miglior film europeo.

 

 

Ecco di seguito un video sul film. (da Associazione ACEC ANCCI)

 

 


Aggiungi commento