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18/04/24 ore

Il Traditore, di Marco Bellocchio. Buscetta, primo pentito mafioso


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato al Festival di Cannes 2019, il film di Marco Bellocchio Il Traditore” ha riscosso il più lungo applauso del pubblico.Centrato sulla guerra scoppiata a Palermo negli anni '80 tra le storiche famiglie dei clan e quella nuova dei Corleonesi di Totò Riina per il controllo del traffico di droga.

 

Alla festa della riconciliazione delle famiglie, Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino) percepisce di essere in pericolo e decide di emigrare in Brasile con la nuova compagna e i figli, ma i Corleonesi si accaniscono sui due figli più grandi e il fratello rimasti in Sicilia per cercare di scoprire dove egli si nasconda.

 

Prima che riescano nel loro intento, Buscetta viene catturato dalla polizia brasiliana ed estradato in Italia. 

 

Divenuto facile bersaglio per i Corleonesi, accetta l’offerta del giudice Giovanni Falcone (Fausto Russo Alesi) di collaborare con la giustizia. Considerato un traditoresecondo il codice d'onore mafioso, onta punibile con la morte dei familiari, Buscetta dichiara di non considerarsi tale, in quanto rispettoso dell’antico codice di “Cosa Nostra” che non uccideva mai bambini e familiari innocenti, come fanno i Corleonesi. 

 

Nel 1986 inizia il maxiprocesso nell'aula bunker di Palermo, dopo le sue rivelazioni sui boss mafiosi e il sistema complesso della criminalità organizzata, collusa con il potere politico. Fino alla strage di Capaci, Buscetta non si scaglia tanto contro Riina, ma contro Pippo Calò, passato al “nemico”e colpevole di non aver protetto i suoi figli durante la sua assenza: è lui il vero traditore.

 

Impressionante il maxiprocesso, con i vari confronti tra Buscetta e i boss, un drammatico palcoscenico in cui ogni mafioso “recita” la sua parte, evidenziando ignoranzacrudeltàriti tribali e ferocia, vere belve che dalla gabbia in cui sono rinchiuse durante il processo, urlano frasi oscene e ipocrite.

 

Bellocchio è senz’altro un grande regista, uno dei pochi rimasti ancora in vita tra quelli della “vecchia guardia”. Ancora una volta ha evidenziato le carenza di un potere politico spesso connivente che non garantisce istruzione, protezione e lavoro, ma ipocritamente si serve delle note del famoso “Va’ pensiero” verdiano (colonna sonora del film), composto per amor patrio in un’epoca ben diversa, quando anche i meridionali credevano nell’Unità d’Italia, come sottolinea Mario Martone nella pellicola “Noi credevamo”. 

 

Un bel film che si avvale della sceneggiatura di Marco BellocchioLudovica RampoldiValia SantellaFrancesco PiccoloFrancesco La Licata, della fotografia di Vladan Radovic, delle musiche di Nicola Piovani della scenografia d iAndrea Castorina.

 

Magistrale l’interpretazione di Pierfrancesco Favino, notevole quella degli altri attori del folto cast, in particolare l’interpretazione di Luigi Lo Cascio nel ruolo di Salvatore Contorno.

 

Tra i numerosi film di Marco Bellocchio ricordiamo, I pugni in tasca (1965), La Cina è vicina (1967), Nel nome del padre (1972), Sbatti il mostro in prima pagina (1972), Marcia trionfale (1976), Salto nel vuoto (1980), La condanna (1991), La balia (1999), L'ora di religione (2002), Buongiorno, notte (2003), Il regista di matrimoni (2006) Bella addormentata (2012) Sangue del mio sangue (2015) Fai bei sogni (2016).

 

Ecco un’intervista a P. Favino e M. Bellocchio su Rai 1 a Che tempo che fa.

 

 


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