Vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia 2024, La Stanza accanto, scritto e diretto da Pedro Almodóvar, è tratto dal romanzo. Attraverso la vita di Sigrid Nunez (Ed. Garzanti).
Il libro viene così presentato: "Una donna racconta diversi incontri che si snodano nella quotidianità della sua vita: un ex in cui si imbatte per caso durante un evento pubblico, un host di Airbnb incerto su come interagire con i propri ospiti, uno sconosciuto che cerca aiuto per confortare l’anziana madre, un’amica di gioventù ricoverata in ospedale con un cancro terminale. In ognuna di queste persone riconosce un bisogno comune: l’urgenza di parlare di sé e di trovare qualcuno cui raccontare la propria esistenza.
La narratrice orchestra questo coro di voci come un interlocutore passivo, finché non riceve una richiesta inusuale, che la trascinerà in un’esperienza intensa e di profondo cambiamento. In Attraverso la vita, Nunez combina intelligenza, umorismo e intuito nel descrivere i rapporti umani e la natura mutevole delle relazioni nei nostri tempi. Una storia sorprendente sull’empatia e sui modi insoliti in cui due persone possono offrirsi conforto nell’affrontare le difficoltà”.
Il film à focalizzato sul tema dell’eutanasia e sulla profonda amicizia tra due donne: Ingrid (Julianne Moore), è una scrittrice di successo, autrice di un libro in cui racconta la sua incapacità di accettare la morte; Martha (Tilda Swinton), un tempo corrispondente di guerra, ora è malata di cancro e ha scelto di morire con una pillola comprata sul dark web, ma non vorrebbe morire sola.
Purtroppo non può chiederlo alla figlia con la quale ha un rapporto difficile e pertanto prega la sua amica Ingrid di soggiornare nella stanza accanto alla sua fino alla sua morte. Ingrid accetta e con Martha si trasferisce in uno chalet di campagna immerso in un bosco dove trascorrono ore abbastanza serene parlando dei tempi passati: Martha ricorda il suo giovane marito, reduce dal Vietnam, dal quale ha avuto la figlia Michelle che è piena di risentimento verso di lei per i suoi viaggi di lavoro; ci sono i tragici ricordi della guerra, ma anche i dolci ricordi della giovinezza trascorsa insieme, quando entrambe sulla rivista Paper scrivevano articoli sulla New York degli anni ‘80.
Nel film colpisce il personaggio di Martha per la sua scelta di ricorrere all’eutanasia, evidenziando così la sua forte volontà nel gestire con coraggio e in prima persona la sua malattia e la morte.
"Questo film è a favore dell'eutanasia" dichiara Pedro Almodóvar. "Del personaggio di Tilda ammiriamo la sua scelta, lei decide che è possibile liberarsi dal cancro solo facendola finita. 'Se lo faccio prima, il cancro non avrà la meglio su di me', dice. E così trova il modo di raggiungere il suo obiettivo con l'aiuto della sua amica, ma loro sono costrette a comportarsi come se fossero delle criminali. Dovrebbe esserci la possibilità di praticare l'eutanasia in tutto il mondo. Dovrebbe essere regolamentato e a un medico dovrebbe essere consentito di aiutare il suo paziente (…) Il mio è un film che parla di una donna agonizzante, in un mondo che a sua volta lo è” .
Il film toccante, supportato da un buon cast, includente in particolare Tilda Swinton, Julianne Moore, interpreti magistrali, nonché John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Raúl Arévalo, Melina Mathews, Victoria Luengo, Alvise Rigo. La fotografia è di Eduard Grau. Lemusichesonodi Alberto Iglesias.
Tra i film di Almodovar ricordiamo Labirinto di passioni, L'indiscreto fascino del peccato, Che ho fatto io per meritare questo? Matador, La legge del desiderio, Donne sull'orlo di una crisi di nervi, Legami, Tacchi a spillo Kika - Un corpo in prestito, Il fiore del mio segreto, Carne trémula, Tutto su mia madre, Parla con lei, La mala educación, Volver – Tornare, Gli abbracci spezzati, La pelle che abito Gli amanti passeggeri, Julieta Dolor y gloria, Madras paralelas.
Ecco il trailer del film (da Coming Soon)