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23/11/24 ore

Segnali di pace, la serata attraverso i miei sensi



di Giulia Anzani 

 

Give peace a chance”, diamo alla pace una possibilità, canta John Lennon mentre mi addentro in Bibliothé Art Gallery, sin dal 2001 ritrovo dei più svariati artisti. All’ingresso è posizionata una statua che più avanti scopro chiamarsi Life and its Origin, creata da Enzo Barchi, direttore artistico della serata a cui sto per prendere parte.

 

Una parete è interamente rivestita dalla ricchissima libreria, sul soffitto c’è un bellissimo dipinto blu, e le sedie di legno disposte in file da due sono già tutte occupate dagli ospiti, tra poeti e ascoltatori.

 

Giovanni Lauricella, seduto dietro ad un massiccio tavolo di legno, inizia a spiegare quello a cui andremo ad assistere: una carrellata di video, poesie, performance all’insegna della pace.

 

 


 

- Give peace a chance / Segnali di pace (video della serata di Giovanni Lauricella)

 

Un concetto che, ormai, ci sembra lontano. Sembra esserci scivolato via come l’acqua dalle dita. Ed è proprio l’acqua la prima protagonista nel video proiettato.

 

 

Con le riprese di Lauricella e le foto di Dino Ignani, “E la vita scorre: posizioni” è un cortometraggio minimalista e pregno di significato. I corsi e ricorsi dell’acqua sono la perfetta metafora delle nostre vite, che si mostrano limpide prima e putride poi, per aver attraversato le nostre storie.

 

Acqua che maledettamente torna, che disastrosamente torna” recita il monologo, , interpretato dalla protagonista Francesca Perti nelle prime 6 posizioni, e da Alessandra Vanzi nell’ultima. Ed è così: l’acqua non si ferma davanti a nessun ostacolo. Se ci sembra ferma, è solo perché sta cercando uno spazietto, un buco infinitesimale da cui passare goccia dopo goccia, fino a diventare cascata.

 

 

Siamo qui per dare voce alla nostra sete di pace, di bene, di bello” mi ha detto, prima della proiezione, il poeta dell’isola di Lipari Davide Cortese. Sarà lui il primo a leggere alla platea la sua poesia: “Chiedo ora”, un inno delicato e sofferente a tutto ciò che c’è di bello al mondo. “Chiedo ora di assomigliare un poco al cielo, che accoglie il volo del falco e della mosca e serba il millenario segreto della farfalla”, recita con fervore.

 


 

Segue Michele De Luca con la sua “Invocazione”. Con voce emozionata, recita: “Un’invocazione plurima ci bacia inafferrata, sfugge come un cavallo impazzito. Non la troviamo, non la cerchiamo, non risulta condivisibile, questa lenta parola che è nostra: pace”. Raffaella Lanzetta dal suo libro di poesie “Sguardo scarlatto”, legge una poesia in cui racconta di moderne “poesie digitali, guerre di portali”.

 


 

A chiusura, prima di ascoltare ancora una volta Give peace a chance che è ormai l’inno di questa bella serata, prende la scena Pilar Castel con svariate performance sulla pace, ormai risalenti a quarant’anni fa. A quel tempo lei, come altri poeti e poetesse, credevano di poter fare poesie per sensibilizzare al tema della pace, spiega. Oggi si rendono conto di non essere ascoltati realmente. In una poesia sul drammaticamente celebre 6 agosto 1945 ad Hiroshima, scrive: “Anche allora si gridò: guerra? Mai più!”.

 


 

La performance coinvolge gli spettatori, quando la Castel di ripetere quattro lettere una per volta, e di comporre con esse una parola, la protagonista dell’evento: ovviamente, “pace”. Chiede di ripeterla tutti insieme, di urlarla, di ricordarla.

 

Perché, come l’acqua nel video iniziale ha i suoi corsi e ricorsi, li ha anche la storia dell’umanità. E nello scorrere della storia, si torna sempre al punto di partenza, dimenticando cosa succede quando la pace viene messa da parte.

 


 

Dopo la pioggia viene il sereno,

brilla in cielo l’arcobaleno:

è come un ponte imbandierato

e il sole vi passa, festeggiato.

È bello guardare a naso in su

le sue bandiere rosse e blu.

Però lo si vede - questo è il male - 

soltanto dopo il temporale. 

Non sarebbe più conveniente

il temporale non farlo per niente?

Un arcobaleno senza tempesta,

questa sì che sarebbe una festa.

Sarebbe una festa per tutta la terra

fare la pace prima della guerra”.

 

Gianni Rodari, Dopo la pioggia, letta da Michele De Luca

 

 

Segnali di pace, Give peace a chance, una serata con video, poesia e musica (Agenzia Radicale)

 

 

 


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