di Giulia Anzani
Colori, musica, bandiere, vestiti stravaganti, glitter, ali, cerchietti da unicorno. E ancora disegni, slogan, trucchi variopinti, urla di gioia, gente felice. Tutto questo e molto altro ancora, è stato il Roma Pride 2022.
Ma facciamo un passo indietro. Perché proprio a giugno?
27-28 giugno 1969. È l’una di notte passata, quando la polizia irrompe nel bar gay di Greenwich Village a New York, lo Stonewall Inn. Non è la prima volta: le incursioni delle forze dell’ordine in gay bar e night club sono la norma. Quella notte, però, qualcosa è cambiato. Stando ai resoconti, Sylvia Rivera, attivista transessuale, scaglia una bottiglia contro un agente, dopo essere stata pungolata da un manganello. Quello è stato probabilmente l’input che ha fatto scatenare la rivolta.
Quella notte è ricordata come l’inizio del Movimento di liberazione gay. E da allora, da quelli che sono chiamati Moti di Stonewall Inn, giugno è il mese simbolo dell’orgoglio della comunità LGBTQIA+.
Nel giugno del 1994, è organizzato il primo Pride nazionale ufficiale dalCircolo di cultura omosessuale Mario Mieli e dall’Arcigay. Presero parte alla sfilata anche esponenti del Partito Radicale, e anche l’allora Sindaco di Roma Francesco Rutelli.
E così arriviamo ad oggi, giugno 2022. Le date dei Pride italiani sono tantissime e le partecipazioni sono sempre numerosissime. Dopo il blocco dato dall’emergenza sanitaria da covid-19, si è ricominciato a fare rumore per le strade del Bel Paese.
L’11 giugno, è toccato a Roma: 21 carri, tra cui quello dell’Olanda e quello dell’Inghilterra, Elodie come madrina e 900.000 presenze registrate.
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. […] Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.” (Antonio Gramsci)
Ed è per questo che tra quei 900.000 c’ero anche io. Felice. Felice di essere dalla parte giusta: quella che non vuole negare i diritti a nessuno per averne di propri. Felice di poter esprimere la mia personale diversità, la mia unicità, e di osservare senza pregiudizi quelle delle altre persone. E felice di non essere indifferente al mondo che mi circonda, di cercare sempre un punto di vista diverso, di andare oltre. Non è una cosa semplice, cercare di andare oltre la superficie, ma una volta che lo si prova, non si torna indietro.
Ho ammirato e respirato tanta bellezza, camminando per le strade di Roma, incantevoli come non mai. Quelle sensazioni… non rendono bene scritte sul bianco del mio foglio virtuale.
Sono cose che bisogna vivere e sentire sulla propria pelle per capire.Non c’è niente che renda liberi come credere in qualcosa e battersi per essa. Una verità che ho imparato a capire crescendo la canta Gaber in un suo pezzo: “libertà è partecipazione”.
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