Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

24/12/24 ore

L’età fragile, di Donatella Di Pietrantonio. Il tema della fragilità


  • Giovanna D'Arbitrio

Vincitrice della LXVIII edizione del Premio Strega con il libro L’età fragile (Ed. Einaudi), Donatella Di Pietrantonio, dopo la vittoria, ha dichiarato: “Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi mi ritrovo a verificare non più scontati”. E in effetti il libro è molto focalizzato sui problemi della condizione femminile e sul tema della fragilità.

 

Il romanzo viene così presentato: “Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. 

 

Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. 

 

Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite. Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un’occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova”.

 

All'origine del romanzo c'è un episodio di cronaca che risale agli anni ‘90 accaduto in un paesino tra le montagne dell'Abruzzo quando un’orrenda violenza aveva coinvolto tre ragazze, ma poi il racconto assume significati via via sempre più ampi: c’è l’incomunicabilità, ci sono i problemi psicologici difficili da superare, c’è la fragilità umana che investe diversi aspetti a seconda delle situazioni. 

 

L’età fragile in effetti può essere qualsiasi momento della vita, come si legge sulla quarta posteriore di copertina:” Non esiste un'età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c'è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent'anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c'erano tutti. I pastori dell'Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c'erano più”.

 

Fragili sono tutti gli abitanti di Dente del lupo dove Lucia è cresciuta serenamente insieme alla sua amica Doralice fino a quel giorno terribile in cui la loro giovinezza subisce un duro colpo. Ed è sempre un episodio violento che accomuna Amanda e Lucia: entrambe vivono una giovinezza spezzata. 

 

Per fortuna dai drammi possono anche scaturire ripartenze e nuove positive svolte: il ritorno a Dente del Lupo e la sua ricostruzione segnano l’inizio di una nuova vita.Senz’altro un romanzo che colpisce per contenuto e forma scorrevole ed essenziale, senza fronzoli.

 

Donatella Di Pietrantonio, laureata in odontoiatria all'Università dell'Aquila, ha esercitato la professione di dentista pediatrica. Si dedica in seguito alla scrittura, esordendo con il romanzo Mia madre è un fiume (Elliot 2011, Premio Tropea). Per Einaudi ha pubblicato L'Arminuta (2017), vincitore Premio Campiello 2017 e Bella mia, con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati. Sempre per Einaudi nel 2020 pubblica Borgo Sud e nel 2023 L’età fragile, vincitore del Premio Strega 2024 e del Premio Strega Giovani 2024.

 

 


Aggiungi commento