Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

21/11/24 ore

Paolo Radi, “Alzando lo sguardo”


  • Giovanni Lauricella

Quelle di Paolo Radi sono invero opere particolari, che si distinguono per la ricercatezza dei materiali usati, come il supporto, la spessa e porosa carta d'acquarello, un po' raggrinzita come se fosse consunta dal tempo.

 

Paolo Radi vi fa piccoli interventi con perspex, pvc e gomma siliconica, come ad incentrare l' attenzione  dello spettatore su delle deboli immagini che si intravedono appena.

Sono squarci di luce  fra gli edifici dello storico ghetto romano, visti dal basso verso l'alto, tristi ritagli di cielo rivisti in omaggio ad una memoria collettiva, che l'artista nelle sue opere rimarca drammaticamente.

 

Monocromi che sembrano reperti, specie quelli dove sotto il pvc si intravedono scritture di testi,come reliquie e frammenti di documenti che testimoniano la tragedia del '900 nota a tutti come Olocausto, nella fattispecie quello subito dagli ebrei romani.

 

Nell'elaborata articolazione prevale una vena malinconica, opacizzata dalla trasparenza gommosa del pvc, che esprime le forme come se fossero tracce da preservare nel tempo, come una evocazione che vada conservata per le generazioni future, o forse come una speranza che quel cielo sia non solo lo spiraglio intravisto dal recluso, ma anche l'apertura  verso un futuro nuovo per un popolo,un evento storico che si è in effetti realizzato, anche se, come continuamente riscontriamo, su quel nuovo orizzonte si addensano sempre nuvole minacciose.

 

Credo che tanto sia stato detto sul passato del popolo ebraico che, se volessi aggiungere altro, mi sembrerebbe di  profanarne la storia, ma forse in quei cieli sagomati dai tetti visti dal disotto è racchiusa anche la proiezione di quel raggiungimento di una terra promessa che il Vecchio Testamento ci ha tramandato come monito ed esempio.

 

L'esposizione ben si ambienta nella suggestiva galleria Annamarracotemporanea, che dà su un caratteristico vicolo del ghetto. Molto interessante è il testo del curatore Lorenzo Crespi, che presenta l'ottimo catalogo.

 

Paolo Radi

Alzando lo sguardo

Galleria “Annamarracontemporanea”

Dal 2 ottobre al 30 novembre

 

 


Aggiungi commento