Trovarsi tra quadri, con una pittura dai parametri realizzativi ben noti, quando ormai le forme di espressione artistica sono sempre più molteplici e sorprendenti fa piacere perché sprona ad avere quel rigore nell’apprezzare un lavoro che sempre più si sta perdendo.
Tra le Volte è una galleria particolare se non strana perché ricavata fra antiche strutture architettoniche che si trovano a sostegno dietro il gigantesco Triclinio di Leone III a fianco della Scala Santa.
Le sale sono inusuali per uno spazio di arte contemporanea in quanto le massicce mura e i solenni archi che le sovrastano, oltre a destare stupore per la notevole grandezza, tendono a "schiacciare" le opere esposte. E’ quello che spesso accade alle mostre di Tra le Volte (alle volte o tutte le volte, se mi passate il gioco di parole). Bene hanno fatto gli organizzatori ad inserire in alto, come venissero dal cielo, due opere, Punti fermi e Induzione, abbastanza grandi, così da conferire loro maggiore importanza, e per venire dal cielo esse hanno un buon motivo, per quanto astratte, perché sono raffigurazioni che hanno per tema la luce e che in questo senso trovano nei scritti di Cesare Sarzini e di Alberto Dambruoso eccellenti definizioni ermeneutiche.
La luce è la fonte d’ispirazione ricorrente in Michele de Luca che in varie maniere ripete in continuazione, quasi in "un’ossessione" che lo accompagna da lungo tempo, una ricerca che lo porta a livelli di sempre più profonda maturazione.
Mark Rothko e Josef Albers sono i nomi di grandi artisti che per primi mi vengono in mente come precedenti, ma non dimentichiamo l’antica ricerca di dipingere il colore della luce che ha da sempre condizionato l’artista, ricerca culminata negli studi e nelle recenti scoperte del primo Novecento. Una rappresentazione che ha dato notevoli risultati e che trova oggi sempre meno artisti disposti a confrontarsi con essa.
Ma forse per capire i quadri di Michele de Luca bisogna avere la fortuna di conoscerlo anche come poeta. E’proprio lì, secondo me, che risiede la precisa chiave di lettura delle sue opere pittoriche.
Se non si scandaglia il Michele de Luca poeta non si capiscono impercettibili "suoni vocali" che le sue pitture emanano. Sono diciture che vengono dal profondo dell’animo, che sono più spirituali che materiche che danno vita a un fare pittura minuzioso e attento che ricorda, disquisizioni religiose a parte, i frati del medioevo che, forse proprio dietro a Tra le Volte, nell’attiguo convento, eseguivano con tanta cura e dovizia di particolari immagini sacre.
Devozione alla pittura di monaci artisti che contemplavano le pennellate nei sacri spazi come faceva il Beato Angelico, in pitture dove quel bagliore ultraterreno, ottenuto dalla calibratura dei contrasti, era il veicolo e il segno della Divina Rivelazione, ovvero di quell’estasiante cromatismo che adesso ci meraviglia.
Michele de Luca
Punti Fermi
Curata da Alberto Dambruoso
Ass. cult. Tra le Volte
Piazza di Porta S. Giovanni n 10 Roma
24 novembre 10 gennaio
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