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24/11/24 ore

Beat Generation. Ginsberg, Corso, Ferlinghetti. Viaggio in Italia


  • Giovanni Lauricella

Sono circa 200 fotografie inedite in bianco e nero acquisite di recente dalla Galleria Nazionale, corredate da un apparato di circa 600 documenti (prime edizioni, vinili, manifesti, inviti, locandine, ritagli stampa), per Beat Generation. Ginsberg, Corso, Ferlinghetti. Viaggio in Italia, mostra che descrive i loro vari soggiorni nel nostro paese fatti prevalentemente in occasione d’incontri e performance dagli anni ’70 sino al ’96, a Milano a Venezia,a Roma, Firenze, fino allo Stretto di Messina.

 

Nel pieno delle celebrazioni per il centenario della nascita di Fernanda Pivano, amica e traduttrice dei tre poeti, questa mostra va a coronare l’importanza della Beat Generation, ultimo grande movimento d’avanguardia.

 

Si vedono esposte le foto di Enzo Eric Toccaceli, autore di numerosi libri e curatore di mostre, recente è quella su Claudio Lolli.  Ha collaborato con la cattedra di “Storia e critica del cinema” di Mario Verdone, con giornali, riviste e radio e ha frequentato personaggi come John Cage, Julian Beck, Judith Malina, Allen Ginsberg, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti, Anne Waldman, John Giorno, Ed Sanders.

 

Una mostra veramente complessa dove è necessaria una discreta preparazione, anche se si può vedere come un film dove scorrono le fotografie, in taluni casi fatte in sequenza, su un fondo scenico di manifesti, riviste e opuscoli come testimonianze parlanti del periodo in Italia dei mitici Allen Ginsberg, Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti, tre dei maggiori esponenti della Beat Generation.

 


 

Parlare di tale movimento artistico non può essere esaustivo in poche righe e la quantità di materiale esposto di quello che è stato il fenomeno Beat solo in Italia, dagli anni ’70 in poi, fa capire quanto ci sarebbe da dire se solo s’iniziasse da quando Jack Kerouac lo propose nel ’48 negli USA.  A Jack Kerouac, Lucien Carr, Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, Gary Snyder,  Lawrence Ferlinghetti, Norman Mailer che furono essenzialmente scrittori e poeti bisognerebbe aggiungere tutti gli altri artisti che presero a riferimento la Beat Generation, movimento che ebbe grande fortuna nella musica popolare, un fenomeno di una portata tale che dagli USA esplose in tutto il mondo.

 

Movimento libertario e di liberazione dette una ventata di rinnovamento culturale senza precedenti a tutta l’arte e ai costumi, le cui influenze presero corpo in quello che prevalentemente viene considerato come periodo ribelle degli anni ’60. Fenomeno culturale che allontanò di molto tutti i paesi che non erano del ricco occidente, anche se eleggevano  a soggetti letterali i reietti sociali, scandalo culturale impensabile per la borghesia di allora e nelle università dove si ebbero i maggiori contrasti e scontri.

 


 

I Beat americani Allen Ginsberg, Gregory Corso e Lawrance Ferlinghetti anche se di altra nazionalità, ultimi due sono di origini italiane, dettero man forte e respiro culturale internazionale al nostro movimento di rivendicazioni che aveva  carattere maggiormente operaio, a differenza degli USA i cui  connotati erano di protesta pacifista e di opposizione alla guerra in VietnamPossiamo vedere questa mostra come riuscita radicalizzazione nel nostro paese di un processo culturale esogeno, ma non spetta a me di definirlo tale lascio a chi è di ben più alta reputazione intellettuale di farlo.

 

Sta di fatto che l’Italia aveva un’attrazione che nessuno sottovalutava, pullulava di raduni simili come quelli organizzati da Valcarenghi che culminarono e finirono negli scontri-sabotaggio di Parco Lambro ’76 a Milano, lo ricordo perché era disponibile una platea di attivisti, il livello di mobilitazione era costante …

 


 

Una serie d’incontri e happening di grande seguito e molto partecipati hanno caratterizzato un periodo culturale importante e unico nel suo genere che non avrà mai condizioni simili per essere ripetuto.

 

Mi viene di parlare di Renato Nicolini e Simone Carella quando fu fatto il festival dei poeti a Capo Cotta a Ostia, spiaggia romana spettacolare per rievocare i Beat ma che finì anzitempo per le solite “teste di cuoio”!

 

 

 

I raid sui palchi di chi gridava “scemo, scemo!” erano diventati un folklore dagli esiti che si confermarono sempre più disastrosi al punto da far cessare definitivamente le adunate pubbliche. Non è difficile capire quanto sono importanti e necessarie le foto di Enzo Eric Toccaceli e il suo vasto materiale esposto che mi ha sbalordito sapere che è solo una parte di quello che possiede.

 

Per quelli che hanno una certa età, è una mostra toccante per le molte persone care che non esistono più, mentre per chi ha bisogno di documentarsi sul periodo Beat in Italia è una tappa indispensabile.

 


 

Beat Generation

Ginsberg, Corso, Ferlinghetti. Viaggio in Italia
a cura di Enzo Eric Toccaceli

febbraio 15, 2018

Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea

Roma 

 

 


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