Si parla tanto di street art e di riciclo, argomenti che fanno tanto politically correct chi li usa, ripari che servono a fare giusti chi mastica accoglienza, antirazzismo e lotta contro la povertà. Se passi al ghetto, in una tra le vie più nobiliari, con palazzi che traboccano arte, come palazzo Lovatelli famoso per le aste, palazzo Caetani o quello della biblioteca americana, palazzo Antici Mattei costruito da Carlo Maderno, pieno di antiche statue, sarcofagi, bassorilievi e ricchi reperti romani, potrebbe capitare di vedere come se fossero messe a ornamento sulle gradonate di Santa Maria dei Funari luminose raffigurazioni di frutta che creano sorpresa se non sai che da anni un testardo e coraggioso signore si aiuta a sopravvivere facendo quadri che vende di mattina.
L’autore è Enzo Condelli un nerd, si direbbe oggi se fosse un giovane che avesse a che fare con le nuove tecnologie, solo che in questo caso é da intendesi nel senso più problematico del termine, un anziano poveruomo che tenta di sbarcare il lunario con pitture realizzate su materiali trovati, vero ready made o riciclo di scarti ma senza nessuna pretesa ecologista o intellettualistica, pittura povera, niente che ha a che vedere con presunzioni di “Arte povera”, qui non ci stanno pretesti o provocazioni, è povertà in quanto tale, senza nessuna esaltazione, anzi, in questa caso l’arte ci va stretta, perifrasando la tanto esaltata street art, altrimenti ci avrebbe fatto qualcosa Pio Monti che ha la galleria poco più avanti, venendo dal Campidoglio.
L’esposizione di questi objet trouvé dipinti fa venire in mente le discussioni di questi ultimi mesi sul reddito di cittadinanza o le varie forme di sussidio ecc. Sono argomenti che non voglio affrontare, li cito solo per far capire che ci troviamo di fronte a esempi di street art nel senso letterale del termine, arte per strada non quella rieditata dei murales che sta attraversando un relativo successo.
Argomenti che meglio di tutti ci potrebbe spiegare Giorgio de Finis, quello del MAAM, museo dell’altro e dell’altrove, che oltre ad essere un esponente di spicco al punto da diventare direttore del Macro è anche antropologo. Io che non ho competenze da esibire intendo fame per fame, povertà per povertà, non riesco a fare panegirici come se fossero preludio a soluzioni di problemi che poi, come da lungo tempo costatiamo, rimangono tali se non peggiorati. Emarginazioni sociali che in questo caso, anche se il livello non è elevato, hanno a che fare con la nobile arte.
Dopo il ben più culturalmente “attrezzato” Stefano delle Chiaie di cui abbiamo parlato alcuni anni fa, al tempo dell’insediamento della giunta Alemanno, quando fecero all’Ara Pacis la presentazione di un suo catalogo sponsorizzato dal comune, anche lui “street artista” che ha le opere lungo la strada di piazza Augusto Imperatore, vorrei segnalare all’attenzione di tutti quest’altro coraggioso personaggio, Enzo Cardelli, che ostinatamente si propone artista per sopravvivere, estremizzazione di una condizione umana che meglio di tutte fa capire le tante contraddizioni che abbiamo.
Sottopongo questo caso "artistico" perché è un tipico esempio di abbandono sociale, rovina in cui cade chi ha tentato l`attività autonoma. Enzo Cardelli aveva un negozio di carte da parati che non ha dato i risultati sperati trovandosi poi sul lastrico, letteralmente nella strada, destino dei deboli che non riescono a fare impresa. Gente che può morire da un momento all’altro eppure non fa notizia.
Persona che muore di fame e nessuno se ne accorge, gente che non crea attenzione e solidarietà alcuna. Enzo Cardelli fa il pittore dal `95, da quando ha deciso di esporre i suoi quadri sui marciapiedi di piazza Margana. Da li fu cacciato come da altri posti dove ha tentato di mettersi e adesso si trova lungo la via dei Funari, dove pare che lo sopportino anche se non gli fanno mancare problemi.
Il destino è strano, ve lo ricordate l’omonimo del nome della via, Funari quel presentatore di qualche decennio fa alla televisione? Arrivò al successo da anziano un po` come Enzo Cardelli che si è "affermato" a tarda età, sì perché adesso, vista la lunga carriera, è da considerarsi artista a pieno titolo, ha alcuni quadri quotati in internet, miracoli della disperazione che fa diventare personaggi noti gli emarginati. Street art, arte stretta dalle necessità di sopravvivenza, dal disagio e dallo squallore.
Purtroppo è sempre più facile incontrare persone che non sono considerate, individui ignorati senza diritti e senza aiuto.
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