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23/12/24 ore

Risonanza cinese al Complesso del Vittoriano a Roma


  • Giovanni Lauricella

Come dice il titolo abbiamo nell'ala Brasini del Vittoriano una mostra di arte cinese dove si possono constatare le influenze che noi occidentali abbiamo avuto nell'estremo oriente. Oltre 150 opere di 62 artisti a testimonianza della decisa azione riformatrice avvenuta in questi ultimi trenta anni in una Cina sempre più protagonista nel mondo.

 

Lo si nota subito entrando nelle sale dove la spettacolarità dei quadri è inequivocabileGrandi opere ad olio che riempiono di emozioni lo spettatore, una meraviglia di colori che stordiscono anche il più refrattario frequentatore di mostre che possiamo immaginarci.

 

Non ci sono temi di scontro o di protesta e nemmeno riferimenti a aspetti urbani cinesi, l'unico che si vede ha a che fare con Parigi con tanto di Tour Eiffel alle spalle dei personaggi ritratti, come a non volersi impelagare in testimonianze o definizioni che potrebbero risultare scomode.

 


 

Si vedono numerosi ritratti con tondi occhi grandi proprio ad evidenziare la personalità e la forza dell'espressione di volti cinesi che come tutti sappiamo hanno la caratteristica di averli a mandorla, licenze artistiche che si accettano di buon grado perché la resa complessiva è di valore. Piacevolissimi sono  gli stili di pittura sia se dati con spesse pennellate o con impercettibili ombreggiature, abilità che confermano la validità dei pittori.

 

Chi vuole passare due ore godibilissime non può far altro che andarci. Una bella mostra dove trovi sintetizzata la nostra pittura ad olio occidentale come se fosse un compendio didattico: Monet, Segantini, Modigliani, Bacon ecc. l'iperrealismo e persino la transavanguardia eseguita senza una sbavatura, anzi fatta con minuzia tale, perizia e piacevolezza estetica che non solo ti prende ma che fa esaltare quello che la nostra concezione della contemporaneità nega, la bellezza della superficie pittorica.

 

 

Se questo fosse vero metterebbe in crisi la nostra storia dell'arte basata sullo storicismo e sul fatto che molta nostra arte era la risposta allo scontro politico in atto negli anni in cui è stata prodotta.

 

Dal momento che la storia millenaria della Cina e come tutti sanno assai diversa dalla nostra se ne deduce che il loro sperimentare e fare propria la maniera occidentale del dipingere non può avere la medesima genesi.

 


 

Mi attengo alle posizioni espresse dagli organizzatori e dai curatori che sono il meglio che abbiamo: Claudio Strinati, Nicolina Bianchi, Zhang Zuying ma sopratutto mi riconosco nella bravura espressa dai pittori cinesi che sono riusciti a sviluppare una capacità notevole e difficilissima per loro che sono stati a lungo distanti dal nostro contesto artistico.

 


 

Risonanza cinese

dal 19/7-9/9 2018

Complesso del Vittoriano, Ala Brasini,

via delle Carceri, 1 Roma

 

 


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