Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

19/11/24 ore

Era un fantasma, di Arianna Mattioli con Lorenzo Lavia, ha aperto il Todi Festival 2020 ultimo contenitore che gioca la sfida della sperimentazione



L’apertura della XXXIV edizione del Todi Festival segna un primo significativo dato: questo appuntamento annuale sta assumendo nel tempo il ruolo leader di sperimentazione, di ricerca teatrale, culturale, artistica nel panorama italiano. Nonostante la pandemia del Covid19, il Festival si svolge come una sfida coraggiosa, saggia, per non lasciare alle spalle l’arte come l’ingrediente fondamentale per un recupero di energie e speranze della vita collettiva.

 

In una sua edizione, che si definisce erroneamente ridotta se non per i tempi di durata, il lavoro di apertura al rilancio delle funzioni essenziali dell’arte ci sono tutti.

 

Nel rispetto rigoroso delle regole comportamentali a cui ci sottopone il dramma coronavirus, nella percezione di un profondo e drammatico scenario economico dagli effetti non ancora del tutto definiti, il progetto che gli organizzatori si sono prefigurati di prefigurare si vede che contiene tutti gli elementi di un tentativo di ricomposizione in grado di nutrire ambizioni e speranze con una misurata consapevolezza di un tempo difficile.

 

Era un fantasma,che ha inaugurato questa XXXIV edizione è un lavoro di di Arianna Mattioli, messo in scena da Lorenzo Lavia che è uno dei quattro protagonisti insieme a Lodo Guenzi, Matteo Branciamore e Ninni Bruschetta (tutti molto bravi e efficaci). Un lavoro ambizioso, che ripercorre in teatro uno schema che Luchino Visconti propose nel film Ritratto di famiglia in un interno.

 

Ovviamente si muove su presupposti diversi, ma ripercorre due aspetti comuni: gli anni settanta e i caratteri di una famiglia borghese caratterizzata da incomunicabilità (pirandelliana e moraviana) e da verità nascoste e coperte da sofferte convivenze e convenienze. Ma mentre il professor Konrad, di creazione viscontiana, con lo sviluppo degli eventi sembra acquistare consapevolezza di una vita che si conclude, il padre e i tre fratelli che si scontrano verbalmente in Era un fantasma restano su un percorso di autorappresentazione senza contatti.

 


 

È un po’ tutto il lavoro della Mattioli che sceglie di mantenere un senso di vaghezza sugli sviluppi delle vite dei personaggi. I tre fratelli, il padre sessantenne, la madre vittima di un incidente d’auto guidata da uno dei figli (che poi finisce in una “casa di cura”) e che da vent’anni è un corpo allo stato vegetale, ma è presente nel subconscio di tutti i protagonisti chiusi in un bozzoli disperato…

 

Si delineano molti caratteri aggiuntivi che l’autrice inserisce pescando in molti generi letterari e teatrali e su molti aspetti del nostro vissuto. L’assurdità dell’esistenza per esempio, che ha poi definito con l’esistenzialimo il Teatro dell’assurdo (leggi Sarte e poi il padre letterario Alfred Jarry, Camus, Beckett, Ionesco, per citarne alcuni). 

 

In un’intervista a la Repubblica Lorenzo Lavia descrive l’habitat in cui si consuma la storia ”… Una classe medio-alta, una categoria che nel mio immaginario tende a nascondere di più. Nell’allestimento faccio in modo che si abbia l’idea di spiare, e non d’assistere frontalmente a ciò che avviene: a mandare un segnale ci pensa una poltrona di spalle …”.

 

Ma la sovrapposizione dei percorsi rende più complessa la percezione, il lanciare molti temi che trovano accenni e anche assenza di sviluppi (si presume per una chiara scelta dell’autrice) è forse un pò il limite di un lavoro interessante e coraggioso che tenta di riproporre la magnifica forza rivelatrice del teatro come contributo determinante ad una rivisitazione individuale e collettiva, in una stagione in cui la pandemia ci ha proiettati verso un indefinito ancora da chiarire…

 

 G.R.                                                                                                                                

 


 

- XXXIV edizione Todi Festival. Era un fantasma, di Arianna Mattioli con Lorenzo Lavia

XXXIV edizione Todi Festival. L’amore indagato, reading teatrale in omaggio a Raffaele La Capria

 

 

 


Aggiungi commento