Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

15/11/24 ore

Kashmir, la fatwa anti-rock



'Luce del mattino', così si chiamavano. Un chiarore pieno di promesse che è andato offuscandosi fino a spegnersi nella notte senza luna di una fatwa. Aneeqa Khalid, Noma Nazir e Farah Deeba sono, rispettivamente, la chitarrista, la cantante e la batterista delle Praagaash (luce del mattino, appunto), prima rock band femminile del Kashmir: tre adolescenti, tre piccole donne che, con tanto di chador, lo scorso dicembre avevano affrontato il palcoscenico di una importante rassegna musicale a Srinagari, aggiundicandosi il terzo posto e sfidando l'ira funesta dei fondamentalisti islamici.

 

“Devono cantare nelle loro stanze o nell'ambito delle loro famiglie, ma non di fronte a uomini sconosciuti: questo non va bene e provoca comportamenti sbagliati. Tutte le cose cattive che stanno capitando alla società indiana sono causare dalla musica” tuona la massima autorià religiosa della regione himalayana.

 

E' la parola rock che non va giù all'uomo di Allah, quel suo evocare una mentalità troppo 'occidentalmente' diabolica. Ecco allora le minacce di morte, di stupro, le accuse e le violenze verbali: la performance delle “profane” finisce su Facebook, infastidisce vecchi e giovani, irrita i musulmani più intransigenti e attira su di sé la 'maledizione' del Gran Mufti, Bashiruddin Ahmad che, emanata la fatwa (un editto religioso), intima alla band di fermarsi e di non lasciarsi influenzare dalla leadership politica.

 

Il capo del governo dello stato di Jammu e Kashmir, Omar Abdullah, si era infatti schierato in difesa delle giovani musiciste, bollando come “ritardati mentali” i gruppetti che online le avevano pesantemente insultate. Ma contro la fatwa neanche il chief minister ha potuto nulla: “Non penso sia possibile fare qualcosa contro il mufti – ha dichiarato Abdullah – nelle sue parole non c'erano minacce da sanzionare”.

 

Ditelo a tutti, la band è sciolta” ha dichiarato alla Bbc il manager delle Praagaash. Così, alla 'luce del mattino' non rimane che ritirarsi nell'ombra silenziosa, incidendo forse su un cd l'albeggiante melodia della speranza. Evviva il rock 'n' roll. (F.U.)


Aggiungi commento