“When i think of that time, i'm afraid”. Lo dice Krishna con la sua voce da bambina, mentre racconta di quei dodici giorni passati in prigione lontano dai suoi genitori, quando dallo scorcio di divisa che i suoi occhi bassi riuscivano a vedere la voce dell' Autorità penetrava la sua volontà, dopo aver aver già penetrato il suo corpo acerbo.
Perchè Krishna aveva deciso di rompere il silenzio, di denunciare i suoi stupratori e, come lei, migliaia di altri bambine: Human Rights Watch ha allora approfittato di quel sudicio sipario alzato sulla spaventosa realtà degli abusi sessuali subiti dalle donne in India e ha puntato il suo occhio di bue sulle piccole, annichilite vittime della brutale violenza dell'uomo.
'Breaking the Silence' grida il rapporto dell'organizzazione, si sposti lo sguardo indignato sulle piccole attrici di questa indecente tragedia: sono 7.200 i minori stuprati ogni anno in India e secondo uno studio governativo del 2007 basato su un campione di bambini intervistati, il 53% ha ammesso di aver subito “uno o più abusi sessuali di diverso tipo”.
E sono le loro testimonianze che HRW ha raccolto e pubblicato, un caleidoscopio dell'orrore che narra di bambine violate e sottoposte al dubbio infame della polizia e delle istituzioni, complici passivi della scempio. Una vergogna che si consuma “in proporzioni allarmanti nella case, nelle scuole e nelle strutture di cura” e di cui le istituzioni governative non sono “in grado” di farsi carico.
Quelle flebili richieste di aiuto che giungono dalle piccole vittime alle orecchie degli uomini grigi sono “ignorate dalla polizia e dal personale medico che non vogliono ascoltare, non credono alle loro denunce e, anzi - spiega il direttore regionale di Hrw, Meenakashi Ganguly - infieriscono su di loro infliggendo ulteriori maltrattamenti e umiliazioni”.
Come il “finger test”, la “prova del dito”, umiliante, inutile pratica molto spesso utilizzata dai medici indiani per verificare l'eventuale violenza sessuale: un 'esame' privo di valore scientifico e doppiamente traumatico per una bambina, abusata nuovamente da chi dovrebbe prendersi cura di lei.
Secondo un'inchiesta portata avanti dopo la vicenda della 23enne violentata e uccisa a Nuova Dehli, sono tantissime le denunce partite da istituti per l'infanzia e orfanotrofi indiani, coacervi di ancora più drammatici episodi di abusi, meticolosamente insabbiate.
Riformare il sistema è, secondo HRW, la parola d'ordine per irrompere nella cavità umida e buia di un Paese che tiene i suoi piccoli figli in ostaggio di una bestialità troppo assurda per essere spiegata, ascoltata, letta, scritta. Giustificata.
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