Legge 40 'raggirata' su ordine del Tribunale di Roma: a seguito di una sentenza che ha di fatto stravolto l'impianto della norma che consente la fecondazione assistita solo nei casi “di sterilità o infertilità inspiegate documentate da atto medico”, per la prima volta la diagnosi genetica preimpianto (PGD) verrà eseguita in una struttura pubblica su una coppia fertile affetta da fibrosi cistica.
La coppia in questione, con il sostegno dell'Associazione Luca Coscioni, ha avuto il via libera alla richiesta di ottenere la PGD, a cui dal 2009 si fa ampiamente ricorso nei centri privati di fecondazione assistita, per scongiurare la possibilià di avere un secondo figlio malato.
L'unità operativa di fisiopatologia della riproduzione del centro capitolino Sant'Anna dovrà quindi eseguire tutti gli interventi clinici di diagnosi genetica su un embrione prima del suo inserimento nell'utero: una decisione “dall'altissimo valore simbolico”, come spiega Rodolfo Lena, presidente della commissione Politiche e sociali del consiglio regionale del Lazio.
“ Sei apre così – commenta Lena – una nuova strada per tante coppie, con l'ulteriore buona notizia costituita dal fatto che il Sistema sanitario regionale farà certamente da calmiere rispetto ai costi molti elevati della diagnosi genetica preimpianto”.
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