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24/12/24 ore

Siria, il collasso del sistema sanitario che mette a rischio la vita dei bambini



Due ospedali su 3 sono distrutti, crollano le vaccinazioni, 80.000 bambini affetti da polio e leishmaniosi da 3.000 a 100.000 casi, solo 1 parto su 4 assistito: questi  alcuni dati del rapporto internazionale inedito di Save the Children 'Un prezzo inaccettabile: l’impatto di tre anni di guerra sulla salute dei bambini in Siria'.

 

Oltre 4,3 milioni di bambini sfollati interni, intrappolati nel conflitto in Siria, subiscono tutti i giorni le gravi conseguenze di un sistema sanitario al collasso e hanno disperato bisogno di cibo, medicine, supporto psicologico e un riparo sicuro.

 

Due ospedali su 3 sono distrutti o inservibili, come il 38% delle strutture mediche di base, e quasi tutte le ambulanze: la metà dei medici ha abbandonato il paese, altri sono stati uccisi o imprigionati, e tra il personale sanitario rimasto, in media, solo 1 su 300 è un medico in grado di affrontare le emergenze. Tra i circa 575.000 feriti nel conflitto, sono tanti coloro che vengono condannati alla disabilità.

 

Molti dei feriti che arrivano quotidianamente negli ospedali sono bambini spesso con ferite profonde o fratture esposte, e quando mancano i mezzi o le medicine necessarie si è costretti a ricorrere all’amputazione di braccia o gambe, per evitare sanguinamenti letali e poterli così salvare.

 

La copertura dei programmi di vaccinazione nel Paese è crollata dal 91% dell’inizio del conflitto al 68% già dopo il primo anno di conflitto, e la polio, che era stata debellata nel 1995, ha oggi contagiato 80.000 bambini e si sta propagando silenziosamente, mentre i casi di morbillo e meningite sono in crescita.

 

Affollamento nei rifugi e condizioni precarie di igiene sono causa dell’impennata dei casi di Leishmaniosi - una malattia che colpisce gravemente gli organi interni, produce ulcere e può sfigurare per sempre - passata da 3.000 a 100.000 casi, e si segnala l’aumento delle infezioni gravi alle vie respiratorie, dei casi di dissenteria o di epatite.

 

Questi alcuni dei dati evidenziati nel rapporto presentato oggi per fare luce sulle drammatiche conseguenze di un sistema sanitario fatto a pezzi dal conflitto: in Siria i bambini non muoiono più soltanto per le violenze subite ma anche a seguito di malattie e ferite che sarebbero state altrimenti prevenibili o curabili.

 

Il collasso del sistema sanitario siriano obbliga purtroppo gli operatori sanitari ad eseguire in  alcuni casi pratiche mediche brutali ed estreme. Oltre alle amputazioni, evitabili in altre condizioni, l’assenza di anestesia ha spinto alcuni pazienti a richiedere di essere addormentati con il colpo in testa di una barra di metallo, mentre spesso brandelli di vecchi vestiti sono le uniche “bende” disponibili per le ferite e sono veicolo di infezione, o si è costretti a praticare trasfusioni di sangue incontrollate e fortemente a rischio.

 

"Questa crisi umanitaria è diventata rapidamente anche una grave emergenza sanitaria - ha spiegato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia - I bambini intrappolati nel conflitto stanno vivendo in condizioni barbariche. Poter trovare un dottore è una pura questione di fortuna, trovarlo con gli strumenti e le medicine necessarie per le cure di cui si ha bisogno è praticamente impossibile. I trattamenti disperati a cui gli operatori medici sono costretti a ricorrere per salvarli sono sempre più strazianti".

 

Save the Children chiede perciò con forza che la recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’accesso umanitario in Siria sia implementata immediatamente, e che le famiglie e i bambini possano così ricevere vaccini, cibo, acqua, medicine, e possano essere assistiti con altri interventi salvavita, ovunque essi si trovino sul territorio interno al Paese.

 

"La comunità internazionale sta tradendo i bambini della Siria, i leader mondiali devono scuotersi e agire in difesa di tante piccole vittime di questo conflitto e dire chiaramente che la loro sofferenza e la loro morte non può più essere tollerata. Se c’è stata la volontà politica necessaria per permettere agli esperti di armi chimiche di raggiungere qualunque luogo nel paese è assurdo che ciò non possa avvenire per gli aiuti umanitari, che possono salvare la vita di così tanti bambini e delle loro famiglie" ha dichiarato infine Neri.

 

Intanto in occasione del terzo anniversario dall’inizio del conflitto, Save the Children Italia, in collaborazione con il Comune di Roma, invita tutti a partecipare ad un importante e significativo evento di mobilitazione 'Per i bambini siriani', con  appuntamento il 14 marzo alle 19.30 in Piazza del Campidoglio a Roma, dove avverrà  l’illuminazione straordinaria della facciata del Campidoglio e centinaia di candele accese comporranno la scritta 'Siria' sul piazzale. (fonte Save The Children)


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