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26/12/24 ore

"Legalizzare le droghe leggere", Vasco Rossi fa scomodare la presidenza del Consiglio



Era già successo che Vasco Rossi intervenisse a suo modo nel dibattito politico su una vicenda che l’aveva investito direttamente – il matrimonio – con un post su Facebook per certi aspetti lungimirante sui termini del problema e delle carenze della legislazione italiana in materia. Questa volta è stato il turno di un altro tema al centro della lotta politica radicale: la legalizzazione delle droghe leggere.

 

“Rendere le droghe, almeno quelle leggere, legali non cancellerebbe le sostanze stupefacenti dal mondo e non annienterebbe il mercato nero. Ma sarebbe una soluzione utile a ridurre fenomeni quali la piccola criminalità generata dal bisogno di acquistare dosi di eroina e il sovraffollamento delle carceri, piene di detenuti tossicodipendenti (70%) o rinchiusi per reati legati alla droga”. Questo il pensiero del rocker di Zocca - sollecitato da un botta e risposta su Facebook - per nulla straordinario e nuovo, si potrebbe dire quasi ovvio nella sua semplicità.

 

La frase, però, essendo partita dalla tastiera di un personaggio che ha molto seguito, ha evidentemente preoccupato e colpito nell’orgoglio il solerte capo del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Serpelloni che, con lettera aperta a Vasco Rossi,  risponde: "le alternative immediate allo spacciatore esistono per tutti, cosi come alla legalizzazione che non farebbe altro che far aumentare i consumi (e quindi i consumatori) rendendoli più facili e accessibili senza affrontare il problema".

 

E quali sarebbero le alternative è presto detto: si tratta dei dipartimenti per le dipendenze (Sert e Comunità terapeutiche) che “possono fornire ai tossicodipendenti in ogni momento e tempestivamente qualsiasi tipo di cura, supporto psicologico, sociale e legale. Basta chiedere e in pochi giorni si hanno cure efficaci ed alternative alle droghe, ai devastanti danni che provocano e agli spacciatori".

 

"In Italia – scrive ancora Serpelloni - ci sono più di 500 servizi pubblici e 1000 comunità terapeutiche con più di 6000 addetti specializzati (medici, psicologi, assistenti sociali, psichiatri ecc) che forniscono assistenza gratuita e di alto livello a piu di 180.000 persone…queste persone vanno difese, accudite e sopratutto curate per riportarle il prima possibile ad una vita piena, autonoma, creativa e libera da tutti i condizionamenti, siano essi di uno spacciatore, di una sostanza, di una politica non condivisa o di uno stato che forse Lei ritiene repressivo”.

 

E che, vale la pena aggiungere, lascia alla criminalità organizzata un florido mercato in cui sguazzare, con risultati, quelli sì, sotto gli occhi di tutti. (A.M.)


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