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19/05/24 ore

Unioni civili, il punto sulla promessa mancata



Si professava ottimista Matteo Renzi nel maggio scorso, quando prevedeva di chiudere la questione “Unioni civili” entro l’estate. Dichiarazioni più recenti indicavano come scadenza la fine del 2015 o nella migliore delle ipotesi ottobre stesso. A smentire una volta per tutte il Premier erano state le parole pronunciate da Maria Elena Boschi che, davanti alle telecamere di “Porta a Porta”, aveva fatto chiaramente intendere che se ne sarebbe riparlato nel gennaio 2016.

 

Un “tema irrinunciabile” ha aggiunto fiduciosa nelle ultime ore: “se ci sarà spazio, faremo la legge entro dicembre”. La ragione dell’ennesimo “rinvio” è da ricercare nel regolamento stesso, che “ci impone” ha ricordato il ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento “di concentrarci sulla legge di stabilità”.

 

L’attesa per una legge in materia si protrae fin dal lontano 1988 e gli indugi del governo, sintomatici di una debole volontà politica, sono peccati veniali, se confrontati col ritardo di civiltà che affligge un Paese fanalino di coda in Europa. Il ddl in questione è il Cirinnà bis incardinato al Senato mercoledì scorso e giunto in aula con una procedura definita senza mezzi termini “illegittima” da Giovanardi (Ncd), una vera e propria “violazione” a detta di Malan (FI). Con l’esame del testo all’orizzonte fioriscono le polemiche sulla questione “stepchild adoption”, agitata in nome del logoro “non si scherzi con i bambini”.

 

Hanno dichiarato guerra all’adozione del figlio naturale o adottivo del partner all’interno di una coppia omosessuale non solo Forza Italia e Lega, che tra minacce di barricate e promesse di battaglia hanno rispolverato il lessico bellicista, ma gli stessi alleati di governo. Alfano, ministro dell’Interno, si è detto favorevole al riconoscimento dei “diritti patrimoniali individuali”, ma ha ribadito il “no” secco di Ncd all’adozione per le coppie dello stesso sesso.

 

Renzi, ben consapevole di un gruppo interno di contrari e delle resistenze - a dar credito ai sondaggi -  di 2/3 degli italiani, ha dichiarato che sulla questione ci sarà libertà di coscienza e nessuna posizione di governo, confidando in un dibattito che non si infuochi per un pericoloso “furore ideologico”.

 

Sembra, però, che il problema delle divergenze “dottrinarie”, fino ad oggi liquidato in nome di riforme, velocità e senso di responsabilità, sia destinato a prendere il sopravvento. Se per Alfano il riconoscimento di questi diritti non è “un’emergenza nazionale”, per il Presidente del Consiglio fare “qualcosa” che giustifichi l’orientamento del partito, di cui è Segretario, è una necessità impellente, la mossa giusta per mettere una buona volta a tacere la minoranza e quanti denunciano da tempo la “deriva destrorsa” e la mutazione genetica del partito. Se mai passerà la legge” ha detto il senatore pentastellato Airola “sarà perché Renzi “vorrà sventolare una bandierina di sinistra”.

 

Maria Elena Boschi, ospite della festa nazionale dell’Idv, è apparsa sicura: “se Ncd non la appoggerà” in riferimento alla legge sulle unioni civili, che ha ribadito non essere parte del programma di governo, “faremo accordi con altre forze politiche”. Immediata la replica di Alfano che si è dichiarato altrettanto disposto a stringere alleanze in Parlamento, pur di “difendere il diritto dei bambini ad avere un papà ed una mamma”.

 

Ludovica Passeri

 

 


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