Il 25 aprile ricorre l’anniversario della Liberazione e da allora sono passati tre quarti di secolo che hanno visto il trionfo dei partiti di massa… la fine della Monarchia … la Costituzione … la lunga storia dei sei partiti che si richiamano alla Resistenza … e l’arrivo del partito radicale di Marco Pannella con le battaglie per i diritti civili e la società aperta… la fine del Pci e di tutti gli altri partiti…
E allora oggi c’è una domanda alla quale pur occorre rispondere: dove è finita la vecchia classe politica? Perché si parla da tempo di due Repubbliche e anche di una terza? È un errore.
Certo la prima Repubblica si è mostrata alle corde con la vittoria di Berlusconi nelle elezioni del 1994, cioè di una formazione politica senza riferimenti al passato; ma la seconda nasce solo nel 2018, quando Lega e 5 Stelle conquistano il Parlamento, e si avvia un processo nuovo, nel quale delle forze politiche della prima Repubblica resta solo il PD come coerede, che comunque di due suoi esponenti già capi del governo vede la partenza uno per Parigi e l’altro per Bruxelles mentre il terzo da vita ad una nuova formazione.
E dopo le elezioni i due vincitori fanno la cosa più ovvia, fanno cioè un governo insieme, ma nell’agosto del 2019, l’aspirazione ai pieni poteri, ne fa restare uno a bocca asciutta e i 5 Stelle fanno un governo con il PD, forse con un occhio al passato.
È un primo passaggio, con un po’ di mediazione, ma che può preludere alla contrapposizione tra una destra decisamente sovranità e una sinistra più o meno europeista, che è sicuramente l’unico e profondo campo di scontro politico attuale.
E siamo sempre ancora nella lotta per la conquista dei valori che animarono la resistenza …
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