Nella città di Yanthai, Cina orientale, sono stati impiegati ragazzi poco più che bambini (14 anni) nel ciclo di produzione della Apple. E' quanto hanno ammesso i dirigenti della Foxconn.
Sembrano dunque non placarsi mai le polemiche intorno alla gestione degli stabilimenti della società taiwanese; già il 25 gennaio del 2012 il New York Times aveva avviato un’inchiesta sulle condizioni delle industriose 'api operaie' cinesi impiegate nel montaggio di componenti elettronici.
1.200.000 persone lavorano negli stabilimenti di quella che in poco meno di dieci anni è diventata una multinazionale dagli introiti giganteschi. Solo un mese fa una rissa aveva coinvolto, in uno stabilimento Foxconn nella città di Taiyuan, circa 2000 persone; il bilancio finale fu di 40 feriti e una dichiarazione che escludeva come cause del tafferuglio problemi di lavoro.
Oggi la Foxconn chiede scusa per aver permesso ai dirigenti della fabbrica di Yanthai di aver fatto lavorare dei minori; si parla di mala gestione locale, ma c è un accordo nero su bianco con i dirigenti scolastici per uno stage di tre mesi, obbligatorio per superare l’anno scolastico.
Uno stage con turni quindi di 12 ore, 6 giorni su sette, senza nessuna copertura sindacale, poco o nessun controllo sulla sicurezza sul lavoro e sui materiali maneggiati dagli operai. All’entrata, sui cancelli e su le porte della fabbrica il monito “ Lavorate duramente, o duramente cercatevi un altro lavoro”. (L.R.)
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