L'Irlanda è un paese cattolico e non consente a un donna di abortire. In alcuni casi, a causa di un'applicazione rigorosa della legge, si può anche morire. Come probabilmente è successo a Savita Halappanavar, irlandese di origini indiane, morta di setticemia dopo che i dottori le hanno negato un'interruzione di gravidanza alla 17esima settimana.
Secondo quanto riferisce la stampa irlandese, i familiari della donna hanno raccontato che Savita aveva chiesto l'interruzione della gravidanza perché avvertiva un forte dolore alla schiena e stava per abortire. La risposta dei medici sarebbe stata: "finché si sente un battito cardiaco del feto non possiamo fare niente".
La giovane donna è morta il 28 ottobre scorso, una settimana dopo il ricovero. L'asportazione del feto è invece avvenuta il 23 ottobre, dopo che il piccolo cuore aveva smesso di battere.
L'ospedale universitario di Galway, nell' Irlanda occidentale, ha spiegato in un comunicato di avere richiesto un'indagine sull'accaduto, che partirà però al rientro nel Paese della famiglia Halappanavar, nel frattempo in India per i funerali. Sulla vicenda si è espressa anche il premier Enda Kenny dichiarando ai deputati di essere in attesa dei risultati di due indagini.
In Irlanda l'aborto è illegale ed è possibile solo quando serve a salvare la vita della madre. Nel caso specifico evidentemente qualcosa non ha funzionato nell'applicazione di una legge comunque liberticida. (red.)
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