Sovraffollamento, scarsità di risorse, malattie, suicidi, violazione dei diritti umani fondamentali. Ad illustrare tutta la gravità dell’emergenza carceraria nel nostro Paese è stata l’associazione Antigone, che oggi ha presentato il IX Rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia, intitolato “Senza dignità”.
L’Italia resta il paese con le carceri più sovraffollate nell’Unione Europea: 66.685 detenuti per 46.795 posti disponibili, con un tasso di affollamento del 142,5% (oltre 140 detenuti ogni 100 posti), contro la media europea del 99,6%.
Una situazione insostenibile che non ha conosciuto miglioramenti negli ultimi anni, come ha fatto notare il presidente di Antigone Patrizio Gonnella, durante la presentazione del rapporto a Roma: “Il 13 gennaio 2010 il governo italiano ha chiesto e ottenuto dal Parlamento la dichiarazione dello stato di emergenza per il sovraffollamento carcerario, e il numero di detenuti era di 64.791. Il 31 ottobre 2012 la presenza era di 66.685 detenuti, 1.894 in più”.
A questo trend negativo in ascesa si è accompagnata, paradossalmente, una riduzione delle risorse destinate all’amministrazione carceraria. Alessio Scandurra, presidente Antigone Toscana, ha citato dei dati inequivocabili: “Nel 2007 c’era una presenza media giornaliera di detenuti di circa 44.500 e il bilancio del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ammontava a 3 miliardi e 95 milioni di euro.
Nel 2011, la presenza media è stata attorno a 67mila e il bilancio era di 2 miliardi e 760 milioni di euro”. Il motore principale del sovraffollamento continua ad essere la legge sulle droghe, e più in generale il fenomeno delle dipendenze. “In base agli ultimi dati del Consiglio d’Europa – ha sottolineato Scandurra – erano condannati per aver violato la legge sulle droghe in Italia il 38,4% dei detenuti. Una media che non ha paragoni con il resto dell’Europa: in Francia questa percentuale era del 14,1%, in Germania del 14,8, in Spagna del 28% ed in Inghilterra e Galles del 15,6%”.
Le conseguenze che il sovraffollamento continua a portare con sé sono logiche e ancor più umilianti. “Non ci sono dati nazionali affidabili – si legge nel Rapporto – ma nelle carceri toscane sono malati il 73% dei detenuti, e non c’è motivo di ritenere che altrove le cose stiano in modo diverso. Le patologie più comuni sono i disturbi psichici (26,1%), seguiti dalle malattie dell’apparato digerente (19,3%) e da malattie infettive e parassitarie (12,5%)”.
Per Antigone “un dato ancora più inquietante fornito da questa ricerca è quello relativo agli atti di autolesionismo o ai tentati suicidi registrati nella storia clinica dei detenuti oggetto della rilevazione. Tra costoro il 33,2% avrebbe posto in essere atti autolesivi ed addirittura il 12,3% avrebbe tentato il suicidio. Ad un mese dalla fine dell’anno, 93 sono i detenuti morti in carcere, di cui 50 per suicidio”.
Ma di fronte alla vergogna italiana, l’associazione Antigone è intenzionata a proseguire la sua battaglia, attraverso 400 ricorsi alla Corte Europea dei diritti umani, che “lentamente stanno arrivando a giudizio”. “L’Italia – ha annunciato Gonnella – sta iniziando ad essere chiamata per rispondere, perché sotto i tre metri quadri la Corte ha detto che è violazione dell’art. 3 della Convenzione del 1950 che proibisce la tortura e i trattamenti inumani e degradanti”. Sentenze che potrebbero comportare all’Italia sanzioni per almeno 400mila euro.
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