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17/11/24 ore

Immigrati, M5S tra ambiguità e finta trasparenza


  • Ermes Antonucci

L'ennesimo annuncio di Beppe Grillo su un suo defilamento dal M5S è, come ogni volta, privo di qualsiasi credibilità. Sia perché è da diverso tempo ormai che il fondatore del Movimento ha deciso - a parole - di attenuare la propria centralità all'interno della sua creatura, pur mantenendo poi nei fatti le redini del partito e del dibattito politico interno ad esso; sia perché l'ultimo annuncio arriva all'indomani di una sua netta presa di posizione sulla questione dell'immigrazione e dell'ennesima prova della democrazia fittizia esistente nel movimento.

 

Ma cosa è successo precisamente? A poche ore dal naufragio davanti alle coste libiche che sarebbe costato la vita a 200 migranti, Grillo pubblica in pompa magna sul proprio blog un duro intervento "salviniano" sull'emergenza immigrazione, presentandolo formalmente con la firma di Vittorio Bertola, consigliere comunale del M5S a Torino. Quattro sono le proposte avanzate, che come al solito si concentrano solo sugli effetti, senza prendere minimamente in considerazione le cause del problema: giro di vite sui permessi di soggiorno per protezione umanitaria, sorveglianza più stretta dei profughi nel sistema di accoglienza, istituzione di sistemi efficienti per il rimpatrio forzato delle persone cui viene respinta la domanda di asilo, procedura specifica per la trattazione dei ricorsi contro il diniego dell’asilo.

 

Parte la polemica, e mentre il presidente del Pd Matteo Orfini invita Grillo ad iscriversi alla Lega assieme agli "sciacalli" di destra, il senatore pentastellato Maurizio Buccarella critica le posizioni espresse sul blog, notando che queste contrastano palesemente con quelle ufficiali del movimento, e  ricordando - ma la coerenza non è il punto forte del M5S - che i cinque stelle sono stati tra i promotori dell’abolizione del reato di immigrazione clandestina. In nome della consueta democrazia fittizia di stampo grillino, la replica di Buccarella non solo non viene riportata interamente ed è pubblicata ai margini del blog - organo ufficiale d'informazione del movimento -, ma viene calata in un clima di pubblico rimbrotto (oltreché di farsa), dove "si ricorda" al cittadino Buccarella che "nel Movimento 5 Stelle non esistono gerarchie, tipiche invece dei partiti", e che sul tema dell'immigrazione è solo in corso una discussione.

 

Una discussione talmente democratica e priva di gerarchie che, infatti, vede partecipanti di "serie a" e di "serie b", selezionati ovviamente dal vertice. Per incorniciare la bella figura, poi, Grillo rilascia un'intervista a La7, e alla domanda su quale sia, tra tutte queste ambiguità, la posizione ufficiale del M5S sull'immigrazione, non risponde, affermando solamente che i migranti "sono componenti di un flusso economico" - sì, bene, ma come lo si estirpa? - e sviando in definitiva il discorso da buon politicante di vecchia data. Tanto per aggiungere un po' di trasparenza.

 

E' chiaro che di fronte a questa ulteriore dimostrazione della sedicente democrazia pentastellata, le parole di Grillo circa un suo defilamento dal movimento appaiono molto poco credibili. Ancor più se a queste si aggiungono frenate - "Però ci sono, il Movimento è la mia vita ed è nato con le idee che avevo io" - e se si considera che pochi giorni fa è stata annunciata la seconda manifestazione nazionale del M5S, che si terrà ad Imola il prossimo 17 e 18 ottobre.

 

Il logo dell'evento ritrae Grillo e Casaleggio in sella ad una moto, prefigurando dunque l'intervento in prima persona anche del "futuristico" co-fondatore del movimento, che praticamente si sveglia due  volte all'anno per sparare in pubblico le sue previsioni digitali, per poi tornare a fare il suo "lavoro" dietro le quinte. Sempre in nome della trasparenza

 

 


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