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16/11/24 ore

“Pensioni d’oro”, la solita logica del breve periodo


  • Antonio Marulo

In questi giorni Tito Boeri ha avuto il merito di mettere d’accordo nientepopodimeno che Matteo Renzi e Susanna Camusso. Il tema è quello spinoso delle pensioni cosiddette d’oro, oggetto di una proposta del presidente dell’Inps, pubblicata sul portale dell’Istituto previdenziale dopo essere finita sostanzialmente nel cestino rifiuti di Palazzo Chigi. 

 

Il perché dal lato del governo è presto detto: non si mettono le mani nelle tasche degli italiani, anche se ottengono molto più di quanto dovrebbero secondo decenza. Questione di fiducia, che non deve essere minata da provvedimenti in sé non disprezzabili perché cercano di riequilibrare una sistema che ha privilegiato la generazione attualmente pensionata a discapito delle generazioni future, cioè l’attuale.

 

In sostanza, con la sua proposta Boeri non vuole rubare ai ricchi per dare ai poveri, vuole solo non dare più, da qui in avanti, un po’ di maltolto, in base al ricalco degli assegni mensili più ponderosi (circa il 10%), a partire da quelli che superano circa i 3000mila euro mensili, per sostenere nel contempo il reddito minino da garantire agli over 55 che oggi si trovano senza lavoro.

 

Il progetto di riforma ovviamente è molto più articolato e non si limita a bilanciare lo squilibrio tra sistema retributivo e contributivo ed è strutturale, non una tantum. Si tratta una di quelle riforme che ci sarebbe aspettati da chi vuole "cambiare verso", perché la volta è quella buona.

 

Invece il verso è sempre lo stesso: si governa sulla base dell’indice del consensi e in chiave elettoralistica, lisciando il pelo all’italiano medio che proprio in tema di tasche proprie non vuole sentire ragioni e che con la proverbiale ipocrisia è pronto a scagliarsi sul privilegio altrui, soprattutto se è un politico, mentre difende i vantaggi ottenuti presentandoli come il frutto del duro lavoro.

 

Su questa falsa riga si perpetua un andazzo che vede rinviare al futuro le questioni più spinose, sperando che il miracolo della crescita faccia il resto. Ciò che conta, in realtà, è l’obiettivo di breve periodo, quello dell’urna (tassa sulla casa, eliminata nella prossima legge di stabilità senza strutturali coperture, docet).

 

 


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