Povera Brexit! In fondo non se la meritava la fine che le han fatto fare gli stessi suoi promotori, rovesciando un vecchio adagio che enfatizzava in poche parole quel che succede quasi sempre dopo una competizione politica conclusasi con una parte vittoriosa e un’altra sconfitta. Che cioè poi va a finire che tutti saltano sul carro dei vincitori e la competizione si trasferisce sulla gara per stabilire chi era stato il primo a indovinare il vincitore… questa volta la gara è per saltare sul carro del perdente… a cominciare da Johnson e Farange e sia pure con l’espediente del ritiro a vita privata.
La paura sembra invece aver assalito i big di Bruxelles, divisi fra sostenitori dell’espulsione con ignominia degli incauti inglesi e i sostenitori di una trattativa con i… fuorusciti, al fine di trovare una formula per la quale i colpevoli possano sembrare sì messi fuori ma con una formula e con tante clausole per le quali stiano poi a contatto di gomiti così stretto che è come se stessero dentro.
Passaggio fondamentale perché già qualche disattento, nel parlare di ripresa della famosa integrazione, già si è lasciato scappare la parola proibita: ma allora la sovranità….certo, se non ci sono più gli inglesi a chi si può dare la colpa se non si va avanti? Ovviamente c’è sempre la scusa della burocrazia di Bruxelles¸ma naturalmente fa ridere, perché la famosa burocrazia non può certo sovrapporsi al potere politico….
E intanto la democrazia in Europa subisce un colpo al giorno: una volta è la vittoria di Jaruzelsky in Polonia; un’altra Marine Le Pen; un’altra Podemos; e poi i “5 Stelle”, che attaccano direttamente la democrazia parlamentare, come è sancita in costituzione, e si schierano per la democrazia diretta digitale (Brexit appunto…); oppure è “Alternativa per la Germania”; oppure sono le sofferenze della Grecia per le imposizioni della BCE e del FMI; altra volta è Orban che chiude le porte in faccia ai profughi o sono gli austriaci che dovranno rivotare e con Hofer che spera negli esami a ottobre; un’altra sono le lamentele e le riserve e soprattutto le paure dei paesi dell’est, e in paticolare dopo quel che è successo con la Crimea e il Donbass e l’Ucraina; e poi ci sono i vanti per la Germania e la sua stabilità e la sua capacità di regger bene nella crisi… ma l’opera di modernizzazione della Russia e Nordstream e Nordstream bis e l’Ostpolitik in genere…
Certo il problema Russia c’è: ma chi ci tratta con Putin? Chi ne affronta le possibili mosse in un imprevedibile futuro? prossimo o remoto?
Ma vogliamo o non vogliamo chiederci dove sta andando a finire la nostra democrazia?
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