“… Quello che è preoccupante è la clientela organizzata, che serve per tramutare soldi pubblici in consenso … ” – ha detto il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano Marco Lillo intervenendo alla trasmissione La Gabbia Open. Il giornalista faceva riferimento alle dichiarazioni che il Governatore della Campania Vincenzo De Luca avrebbe fatto a circa trecento sindaci della sua Regione con le quali avrebbe invitato, con espressioni come al solito colorite, gli stessi a votare Si al referendum del 4 dicembre per motivi di opportunità di potere: ottenere dal presidente del Consiglio molti denari per finanziare opere e interventi per il Sud e in particolare per la Campania.
“ … Noi non abbiamo mai avuto un accidente di niente, né coi governi di centrodestra, né di centrosinistra … ora abbiamo una opportunità …” diceva De Luca.
“… Dobbiamo mobilitarci, - riporta il quotidiano diretto da Marco Travaglio, che riprende un audio registrato di nascosto, durante appunto la riunione convocata da De Luca all’hotel Ramada di Napoli, tra gli amministratori che vengono definiti “a lui vicino” - andare tutti porta a porta, per venti giorni non dovete pensare ad altro (si consideri che stiamo parlando sempre di rappresentanti della cosa pubblica, ndr) e contrastare tutti gli argomenti del No, queste puttanate che dicono sul Senato. In America Trump ha vinto col 25 per cento sul 50 per cento dei votanti e in totale ha preso 600mila voti meno della Clinton. Se fosse successo in Italia, apriti cielo: il fascismo, l’autoritarismo. La democrazia è il governo della minoranza più forte, l’idea che ogni cittadino deve avere la sua rappresentanza è un’imbecillità. Trump col 25 per cento controlla la Camera, il Senato e la Corte costituzionale …”.
Si tratta di un metodo di un “pragamatico baratto”: soldi in cambio della Costituzione (quella più bella del mondo per intenderci ndr) scriveva Fabrizio d’Esposito il 18 novembre 2016 sempre su Il Fatto.
“Se non riusciamo ad avere il senso e la dignità di indignarci di fronte a queste parole è inutile che facciamo i giornalisti, stiamo a casa. Tra poco arriveremo a giustificare l’omicidio…” – ha sottolineato con “sobrietà” ancora Lillo.
Si può avere una antipatia, per nulla infondata, per i metodi di De Luca, e essere l’avamposto delle squadre del buoncostume culturale (con decenza parlando) che fanno da capifila agli schieramenti compatti degli indignati … Tutto ok.
Ma resta la domanda: che accidenti ha a che vedere la commissione Antimafia con una questione che tutt’al più potrebbe essere di malcostume politico? Eppure la stessa ha dato mandato alla presidente Bindi, all'unanimità, di chiedere informazioni urgenti alla Procura.
Ecco, nella legittima azione che ognuno ha il diritto di compiere per portare avanti la propria iniziativa politica e informativa, resta proprio questa domanda.
Che sia una iniziativa, forse maldestra, per compattare e stimolare il fronte dei Si?
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