Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/11/24 ore

Ryder Cup, a Roma si tappano le buche sbagliate


  • Antonio Marulo

Nella repubblica democratica fondata sulla truffa sta trionfando l'idea - perdente - secondo la quale l'unico modo per abbassare l'alto gradiente di corruzione e ruberie ed evitare sprechi sia quello di rinunciare a fare, eliminando il problema alla radice, piuttosto che creare i presupposti e le condizioni per il rispetto della legalità.

 

Prevale insomma una corrente di pensiero (potremmo definirla della decrescita infelice, nell'elogio della povertà strombazzato da un resort di lusso in Kenia, e del processo all'intenzione) che ha già affossato le Olimpiadi e rischia di compromettere il progetto di costruzione del nuovo stadio della Roma calcio.

 

Stessa sorte - anche se con dinamiche differenti, ma i medesimi connotati demagogici e populisti -, potrebbe subire la prestigiosa Ryder Cup di Golf, già assegnata alla capitale nel 2022, ma che può saltare a causa di una mancata fideiussione statale di 98 milioni di euro.

 

Il "killer" involontario dell'evento questa volta è stato il presidente del Senato Grasso, che ha dichiarato inammissibile un emendamento inserito nel provvedimento salva-banche. In linea di principio la decisione non fa una grinza, perché mette un freno alla cattiva abitudine parlamentare di occultare tra le pieghe di una legge, provvedimenti che nulla c'entrano con l'oggetto in votazione. Nella sostanza si tratta tuttavia di un irrigidimento, evitabile con il buonsenso, che potrebbe trasformarsi nell'ennesima occasione mancata per aiutare Roma a risollevarsi dalla decadenza, sfruttando il volano che si crea con tali manifestazioni. E questo anche, e soprattutto, grazie all'irresponsabilità politica di chi ha permesso che si giungesse all'ultimo minuto utile, ottemperando con un sotterfugio a una conditio sine qua non imposta dagli organizzatori.

 

Se dovesse arrivare il no alla Ryder Cup, probabilmente pochi si danneranno l'animo o lanceranno la campagna social #famostaryder. Il golf è uno sport cosiddetto da ricchi, quindi, di questi tempi più che mai impopolare; per giunta poco diffuso in Italia, dove le frasi fatte e telecomandate tipo "soldi al golf? e ai terremotati?", come quelle della grillina e romana di borgata Paola Taverna, fanno ottusamente presa. Forse anche perché si tratta di tappare le buche. E poco male se poi sono quelle sbagliate.

 

 


Aggiungi commento