Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/12/24 ore

PD: molta forma, poca sostanza



di Alberto Nigra

 

La fine del sistema politico italiano che generò la Repubblica democratica e antifascista nata dalla Resistenza è nota. Il fragore rovinoso sotto il quale cadde risuona ancora nelle nostre orecchie. Il centrosinistra si presentò nel 1994 diviso e col trattino al primo appuntamento con la nuova legge elettorale e fu sonoramente sconfitto da Berlusconi e dai suoi alleati, che meglio seppero interpretare ed esercitare la spinta al cambiamento richiesta dal paese, coniugandola con la conservazione di un’aliquota dell’esistente.

 

La scelta del gruppo dirigente del PDS fu quella di costruire per l’appuntamento elettorale successivo del 1996 un’alleanza con la parte sinistra dello schieramento centrista e per questo si scelse come leader e garante un esponente proveniente dalle fila della ex Democrazia Cristiana, Romano Prodi. L’idea del Partito Democratico nasce proprio in questo frangente storico a partire dalla repentina caduta del governo dell’Ulivo.

 

In realtà il PD era già stato immaginato sin dal 1996, quando, dopo il successo alle elezioni della coalizione guidata da Romano Prodi, sulla base della spinta derivante dal Mattarellum, legge elettorale confusa, ma sostanzialmente prevalentemente uninominale, seppure ancora fortemente condizionata dalla quota proporzionale, si immaginò un sistema politico tendente al bipartitismo più che al bipolarismo. Alle elezioni infatti le formazioni politiche furono costrette ad unirsi nei collegi, ma si divisero nel proporzionale e nei successivi gruppi parlamentari. Alcuni esponenti politici dei DS e della Margherita chiesero quindi la trasformazione della coalizione dell’Ulivo in una formazione politica unica, motivando fortemente questa indicazione per provare a superare definitivamente le formazioni politiche eredi della prima repubblica.

 

Fallito il tentativo e dopo la sconfitta del 2001 nel corso della legislatura si cancellò il sistema uninominale ritornando al proporzionale con premio di maggioranza, la legge passata con la denominazione esplicativa di porcellum. Nelle elezioni del 2006, riesumata la coalizione, che forse per segnare le enormi divisioni al proprio interno venne chiamata Unione, pareggiate le elezioni dando vita con numeri risicati ad un governo instabile, si rilanciò l’idea del Partito Democratico, la cui nascita tra l’altro accelerò la crisi e la caduta del governo di Prodi.

 

Quindi in un paese dove la sostanza prevale sovente sulla forma, per il PD si è fatta un’eccezione invertendo l’ordine dei fattori...

 

prosegui la lettura su Quaderni Radicali 114

 

---------------------------------------------

 

 

- E' uscito il numero 114 di Quaderni Radicali - Per un vero Partito Democratico

- Guarda la conferenza stampa di presentazione (Agenzia Radicale Video)

- Scarica sommario e anteprima su quaderniradicalionline.it

- Richiedi il numero a    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

- Il perché del numero nella video-rubrica Maledetta Politica

 

 


Aggiungi commento