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23/11/24 ore

M5S-Lega, la fiera della vacuità a nostre spese


  • Antonio Marulo

Chi paga? In Italia non siamo stati abituati a chiedercelo. Non è nostro costume, sebbene ogni tanto qualcuno prova a ricordarci, ora con le buone, ora con le cattive, che un paese che vive di debito pubblico non può ignorare gli umori dei creditori a cui ci si affida per mandare avanti il baraccone ben oltre le possibilità.

 

Concentrati sulle colpe vere o presunte dell'Europa, si è perso così di vista il ruolo legittimo che può avere il mercato: il famigerato mercato. A pochi salta in mente, piaccia o no, che la prima e imprescindibile qualità che deve avere un debitore incallito è l'affidabilità, la quale deve crescere tanto più cresce la somma da restituire.

 

Ma agli albori della "terza repubblica", con quel po' di debito pubblico che nessuno mai ha voluto ridurre se non a parole, ci si è presi la briga di stipulare un “contratto di governo” prevedendo spese miliardarie senza uno straccio di copertura finanziaria. Questo non prima di aver fatto circolare, in brutta copia, una bozza di programma con richieste di abbuoni alla Bce o Piani b per fughe nottetempo dalla moneta unica, sognate da un autorevole e attempato economista, sottratto in queste giorni alle gradevoli passegiatine da pensionato a Villa Borghese.

 

Non paghi, di fallimento in fallimento, si è continuato a dire e fare tutto e il contrario di tutto. Le parole hanno perso totalmente ogni senso e significato. Si è potuto pertanto affermare – Di Maio docet - una cosa e smentirla poco dopo, per poi rismentirla ancora come se nulla fosse. Si è passati in poche ore, per esempio, dall'impeachment all'impaccio, dalla richiesta di voto a luglio all'appello per un nuovo tentantivo di formare il “governo del cambiamento”, mentre l'unico cambiamento in atto è quello di idee e posizioni politiche, anzi, anti-politiche.

 

Infantilismo, dilettantismo, incoerenza, irresponsabilità la fanno ormai da padroni. Come nel salto in alto, ogni volta l'asticella del senso del ridicolo viene posta più in su. Si procede spudorati, bugiardi e arroganti, forti di un consenso che incredibilmente non scema, grazie anche al circo mediatico che da anni liscia il pelo ai “nuovi barbari”.

 

Nella gravità della crisi che viviamo si continuano a cercare alibi solo nella Germania, nella Bce, nei burocrati di Bruxelles, nella speculazione internazionale, fermo restando l'immancabile “neoliberismo selvaggio” eccetera eccetera.

 

 

Prima di gridare al complotto, al disegno cinico e baro di forze occulte che ricatterebbero la nazione soggiogandola a rigide regole capestro, ogni volta che sale lo spread , sarebbe invece opportuno un'esame di coscienza collettivo. Magari partendo da una semplice e onesta domanda, da fare prima di tutto a se stessi, non meno importate di quella da cui siamo partiti: “avendone la disponibilità, presterei, qui e ora, i miei soldi a questa Italia con una sifatta classe dirigente?”.

 

 


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