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21/12/24 ore

Obama o Romney, l'America sta per scegliere. Intervista a Geppi Rippa


  • Ermes Antonucci

Le elezioni americane del prossimo 6 novembre si avvicinano e con esse sale l’attesa per sapere chi prevarrà nella battaglia serrata tra Barack Obama e Mitt Romney. C’è da dire che l’accesa campagna elettorale tra i due sfidanti ha da qualche giorno conosciuto una brusca interruzione a causa del tremendo uragano Sandy che ha travolto gli Usa, provocando la morte di decine di persone.

 

Ma anche i fenomeni naturali non sembrano sottrarsi all’avvolgente clima elettorale, e così anche il passaggio dell’uragano ha assunto per la stampa particolari significati politici, in questo caso favorevoli al presidente in carica (la capacità di gestire l’emergenza e l’importante ruolo svolto dal governo federale su tutti).

 

Nel complesso la sfida tra il primo presidente afroamericano della storia americana e l’ex governatore del Massachusetts nella corsa alla Casa Bianca – dall’esito ancora incerto – si è concretizzata nei tre tanto discussi confronti televisivi. Duelli nei quali, più che i contenuti delle proposte politiche, sembra aver svolto un ruolo centrale la capacità di presentare le proprie iniziative, di tener elegantemente testa all’avversario, di trasmettere un’immagine affidabile di se stessi, in poche parole la comunicazione politica in senso lato. Un punto sottolineato da Giuseppe Rippa, da poco tornato dagli Usa, in un’intervista a Radio Radicale.

 

Si ha la sensazione - dice il direttore di 'Quaderni Radicali' e 'Agenzia Radicale' - che la partita oramai sia sostanzialmente delineata, e quello che si può strappare alla fine è legato, più che al gioco sulle idee, al modo in cui vengono meglio argomentate. In questo senso è emerso, dopo la debacle del primo confronto a due, la maggior efficacia di Obama che, pur rispettando i tempi limitati, ha mostrato una maggiore capacità di articolazione delle valutazioni sui vari fatti”.

 

Un dettaglio sul quale l’informazione nostrana sembra non attribuire molta importanza è “la totale assenza dell’Europa”, come ha rilevato Rippa, nel dibattito elettorale statunitense, incentrato principalmente sul tema dell’economia, e poi sulla politica estera, la giustizia, il terrorismo e la sanità. Questioni trattate ampiamente anche da milioni di americani sui social network e sul web, un luogo virtuale in cui Obama oggi fatica a replicare il successo clamoroso di quattro anni fa.

 

- ascolta l'intervista (da radioradicale.it)


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