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23/11/24 ore

Grillo mangiante



Il gioco è noto: quando la storia si complica, lui fa - come dicono a Napoli - ammuina. In particolare è solito depistare prendendosela per lo più con chi osa amplificare le vicende farlocche del Movimento 5 Stelle.

 

Gli odiati giornalisti vengono quindi canzonati, se sta di buzzo buono, o attaccati con disprezzo, quando i travasi di bile prendono il sopravvento. Talvolta lo schizzo di nervosismo raggiunge livelli tali che la faccenda può anche degenerare nel desiderio cannibale, tuttavia mal supportato da una senile debolezza di stomaco.

 

“Io vi mangerei tutti per il gusto di vomitarvi”. La scena raccapricciante ci è apparsa davanti agli occhi, quando Beppe Grillo – uscendo dall'hotel romano in cui si era rinchiuso per due giorni, nel tentativo di placare il malcontento dei suoi sull'affaire Di Maio – ha preso di mira i cronisti che lo attorniavano.

 

Raramente lo si è visto così serio e accigliato. La battuta, anche se sferzante, è sempre stata in questi casi accompagnata dal sorriso sfottente, condita da ironia mista a sarcasmo. Questa volta l'evidente incazzatura non è stata celata. Segnale inequivocabile che 'o fatto è grave.

 

Con l'accento vagamente da Gabibbo, sono così partire le invettive sotto forma di domande retoriche rivolte ai malcapitati che chiedevano di Sicilia, Cancelleri, primarie online, Di Maio, pizza e Fico...:

 

“Un minimo di vergogna voi la percepite per il mestiere che fate, sì o no? O perché fate il vostro lavoro da 10 euro al pezzo, che giustifica tutto questo che state facendo specialmente in questa città? Sulla realtà delle cose vi ponete un minimo di responsabilità di quello che mandate in onda sui giornali e le televisioni? Un minimo, un minimo di amor proprio per questa terra qua ce l'avete, oppure non vi riguarda? Non avete nessun tipo di responsabilità?... vi dovreste vergognare.”

 

Lui, invece, procede a testa alta. Irresponsabilmente spudorato. Forse inconsapevolmente svergognato. (A.M.)

 

 


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