Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

24/12/24 ore

Economia o etica? Il falso dilemma del Popolo delle illibertà


  • Florence Ursino

Economia o etica? Per il Pdl non ci sono dubbi: in tempo di crisi ogni buca è trincea e in quella italiana, di fossa, non c'è spazio anche per i diritti. Così, a conclusione della Summer School di formazione politica – organizzata a Sorrento dalla fondazione 'Costruiamo il Futuro' - “interpretando il pensiero degli oltre 400 giovani partecipanti e dei numerosi parlamentari presenti”, Mara Carfagna, Maurizio Lupi, Mariastella Gelmini e Maurizio Sacconi hanno proposto una moratoria legislativa sui temi etici.

 

“Nel momento in cui l'Italia affronta una straordinaria depressione civile, economica e sociale combinata con una persistente fragilità politico-istituzionale – spiegano i fantastici 4 – appare necessario evitare l'introduzione di elementi divisivi nel senso comune del popolo, con particolare riferimento ai principi della tradizione, dalla vita alla famiglia naturale, alla libertà educativa”.

 

Diritti dei gay, eutanasia, divorzio breve, biotestamento: tutte cose, insomma, che potrebbero innervosire ulteriormente la povera gente già stremata da Eurobond, Imu e disoccupazioni varie, che tutto vuole e può tranne che pensare, per esempio, al frocetto di turno preso a botte da qualche maschio alfa un po' violento. O a qualcuno che vegeta in un letto d'ospedale da due o tre decenni attaccato a delle macchine.

 

E poi, spiegano ancora gli esponenti pidiellini, riponendo per qualche altra decina di anni i temi 'sensibili' nel cassetto del Governo, “la stessa stabilità politica ne trarrà vantaggio”. Questo perchè “il formarsi di maggioranze variabili su principi fondamentali mette a rischio quella coesione che costituisce presupposto per le rilevanti decisioni che dovranno essere assunte in relazione alla grande crisi dell'economia e del lavoro”.

 

In soldoni, non si può rischiare l' ammutinamento di un Parlamento che, coeso e battagliero, sta guidando la nave italiana fuori dalle torbide e agitate acque della 'Grande Crisi' solo per accontentare qualche marinaio dal cuore tenero che si rifiuta di gettare in mare aperto qualche carico inutile e ingombrante. “Non si illuda – puntualizza quindi Sacconi rivolgendosi al premier Letta - di consolidare la sua maggioranza lasciando in pasto al libero gioco parlamentare i temi etici”.

 

Neanche se alcuni di questi, come fa sapere il Pd, sono praticamente in dirittura d'arrivo nel loro tortuoso e lungo iter legislativo. Sembra infatti che ci siano al momento “tutte le condizioni per una rapida e unanime approvazione del testo che introduce finalmente in Italia il reato di omofobia - spiegano Walter Verini, capogruppo democratico in commissione Giustizia alla Camera, e Ivan Scalfarotto, relatore del provvedimento.

 

Secondo i due esponenti democratici, infatti, “il lavoro svolto in commissione Giustizia è stato molto approfondito e costruttivo: siamo davvero all'ultimo miglio e la Commissione potrà licenziare un testo di grande civiltà che tiene conto di tutte le sensibilità”.

 

Niente moratoria, concludono quindi Verini e Scalfarotto che, a quanto pare, non sono gli unici a dissentire con la proposta avanzata in casa Pdl. Su di essa hanno infatti avanzato delle perplessità anche alcune serpi in seno al popolo delle libertà: secondo Sandro Bondi “un confronto aperto e costruttivo anche sui cosiddetti temi etici, per ricercare soluzioni ragionevoli e punti di equilibrio, non è affatto divisivo del 'senso comune del popolo'.

 

E' un dovere del parlamento, continua sulla stessa linea d'onda anche Giancarlo Galan, “trovare soluzioni, dare risposte, predisporre misure in grado di abbattere le barriere che quotidianamente incontrano i cittadini, sia in termini economici che civili”. Quello di garantire alcuni diritti è un compito – si accoda infine Stefania Prestigiacomo – che “la politica non può evitare: se non è la politica ad occuparsene saranno la cronaca e il legislatore”.

 

Mentre deputati e senatori saranno impegnati a mantenere in equilibrio la loro preziosa maggioranza sulla sfilacciata fune di una crisi presa in prestito per superare ancora una volta il baratro legislativo in cui sono sprofondati i diritti e le libertà del cittadino.

 

 


Aggiungi commento