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23/12/24 ore

Bonino-Renzi, se telefonando...



Dalla Farnesina a Largo Argentina nello spazio di poche ore. Così Emma Bonino ha voluto salutare e incoraggiare i militanti radicali a due passi dalla storica sede del suo partito, dopo l’esclusione dalla squadra del nuovo governo. 

 

Chi si aspettava “sassolini o scoop” è rimasto tuttavia deluso. L’ex ministro degli Esteri ha preferito tenere infatti un profilo basso, invitando i presenti e tutti quelli che hanno a cuore le lotte radicali “a non mollare, perché questo paese ha bisogno di educazione civica” perduta, ha bisogno “di riconquistare il senso delle istituzioni, del rispetto delle regole, del senso dello stato contro la ragion di stato”.

 

Sulla vicenda che l’ha vista suo malgrado protagonista nelle ore convulse della formazione del Governo di Renzi, Bonino ha invece denunciato “le favole metropolitane che sono state inventate”. “Non l’ho saputo dalla televisione – ha detto -, ancorché scritto da fantasiosi giornalisti”.

 

“Ieri sera – ha raccontato Bonino - poco prima delle sette, Renzi mi ha chiamata per dirmi che non c’era niente di personale: che anzi la politica estera doveva avere dei dati di continuità, ma che però serve anche rinnovamento”. “Certo – ha ammesso - avrei voluto saperlo prima, ma non importa”.

 

Del resto la tempistica telefonica conferma lo scontro sulla casella Esteri e le diversità di vedute fra Napolitano e il Premier incaricato, ma anche un certo stile di quest’ultimo che rischia di diventare un marchio d.o.c., come l’ #enricostaisereno c'insegna.

 

Ha vinto così la linea del cambiamento renziano, che per un ministero chiave (ma non solo) ha puntato su gioventù e inesperienza. Emma Bonino – fra i pochi a distinguersi in positivo nel governo Letta, checché ne dicano i fautori del presunto fallimento della gestione Marò, ha preso atto. E non è la sola. (A.M.)


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