Preso atto che almeno la luna di miele con l’establishment e i grandi media è finita, viste le bordate (leggere per esempio l'ultimo articolo di Lucia Annunziata) che gli arrivano da tutti i fronti dopo sei mesi di crediti sulla fiducia, Matteo Renzi prova a tenersi stretto il tesoretto elettorale: quel 41% che lo spinge – come ha sottolineato nell’intervista per nulla accomodante concessa al direttore del Sole 24 ore - a non guardare in faccia nessuno”.
Piuttosto, da oggi – bando all’annuncite - guarderà nell’occhio della videocamera di passodopopasso.italia.it, rivolgendosi direttamente al popolo sovrano ed elettore. Se n'è avuta la prova con la proposta sulla “Buona scuola” : “non una riforma, non un adempimento burocratico, non un libro dei sogni, ma un patto, semplice e concreto”. Un patto con gli italiani, come piace a Renzi, che mette al centro della rivoluzione il corpo docenti, quindi i soggetti formatori.
Nei 12 punti, illustrati in versione sintetica e integrale sul sito costruito ad hoc per bypassare l'irriverente mediazione giornalistica, si tracciano, infatti, prima di tutto le linee guida per dire basta con i supplenti e i precari, basta con le graduatorie, mentre per promozioni e carriere si guarderà solo al merito. Quanto alle nuove assunzioni, queste avverranno solo per concorso. Ma questo non subito: Renzi si dà e ci dà un anno di tempo; intanto, si studierà il modo per far andare in porto la più classica delle sanatorie. Ci sono infatti 150 mila precari da sistemare, le cui graduatorie si sono formate con i criteri discutibili che s’intende abolire.
Secondo il piano, a settembre 2015 avverrà l’immissione in ruolo. Ma con quali soldi? - ci si chiede. Con quelli ricavati dalla spending review - assicura il Premier con il proverbiale ottimismo che allunga la vita. Si parla infatti di 20 miliardi che verrebbero (il condizionale è d'obbligo) recuperati in qualche modo per coprire anche e non solo le pesanti uscite di bilancio dovute a quest'assunzione di massa.
Nell’attesa, si diceva, c’è un anno di tempo per far partire con tutti i crismi (veltronianamente parlando) la "Buona scuola". Un anno durante il quale Renzi conta sull’aiuto dei suoi interlocutori privilegiati: noi tutti per l’appunto. Così dal 15 settembre al 15 novembre si apre il centro d’ascolto che accoglierà i suggerimenti di chi vorrà dare il proprio contributo, a cominciare dagli studenti...
Renzi chiede così una mano, perché – dice con un po’ di retorica urticante – “i giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi, non buttiamoli via. Abbiamo il coraggio di provare insieme a disegnare la scuola che verrà e forse anche così l'Italia tornerà a essere custode della straordinaria bellezza che ha". Amen!
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