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18/05/24 ore

Cernobbio, l’apparenza non inganna più (forse)


  • Antonio Marulo

Mai come quest’anno il tradizionale appuntamento del Workshop Ambrosetti per parlare di economia e finanza è parso il festival dell’ovvio, tra recessione e riforme necessarie per uscirne. La questione è infatti ormai nota (trita e ritrita) anche all’uomo qualunque ed è divenuta nel tempo una barzelletta da bar sport, grazie anche all’annuncite renziana.

 

Non deve meravigliare, quindi, se nel fine settimana l’aspetto più dibattuto sui media sia stata la scelta di Renzi di snobbare il cosiddetto “salotto buono”, presente in pompa magna a Cernobbio. Il capo del governo ha voluto in questo modo, in linea con la sua strategia comunicativa che tanto ha funzionato in termini elettorali - marcare la distanza con l’establishment dei soliti noti che ostacolerebbe il processo riformatore; tanto, poi, a bilanciare i rapporti hanno pensato molti dei suoi ministri: da quelli di potenziale sostanza come Padoan, a quelli d'inevitabile apparenza come Maria Elena Boschi.

 

Il ministro delle riforme – giunta sulle rive del lago di Como inseguita dal solito codazzo di telecamere e fotografi a caccia d’immagini di copertina - ha voluto sottolineare la “scelta coraggiosa” del suo Capo di non essere presente a Cernobbio; con coraggio e proverbiale sfacciataggine è poi tornata sul cambio di passo del Governo: dall’Adesso, qui e ora, ai mille giorni, “dallo sprint iniziale” (per rasserenare Letta ndr) all’andatura del “maratoneta” ritenuta da molti fin troppo lenta.

 

“Il compito di questo governo – ha ribadito Boschi - non è essere simpatico qui a Cernobbio o altrove, il nostro compito è quello di cambiare l’Italia, di metterla in sicurezza”. Parole che si aggiungono a tante altre (troppe) fin qui pronunciate senza che siano state seguite da fatti concreti, ma che sono bastate a mantenere grosso modo il consenso della “gente” – come dimostrerebbero gli ultimi sondaggi sulla popolarità del presidente del Consiglio (ammesso che valga ancora la pena tenerne conto, dopo gli errori di previsione passati).

 

Tuttavia, si ha la sensazione sempre più netta che la carta della fuffa ammantata di finto decisionismo stia diventando un’arma spuntata. Un proverbiale autunno caldo, ancora e solo fra chiacchiere e selfie, potrebbe infatti essere letale per i ragazzi terribili della "generazione Erasmus". Renzi è troppo smaliziato e furbo per non saperlo. Per questo è probabile che nelle prossime settimane si giocherà tutto. Anche a livello mediatico, cercando di evidenziare, almeno a parole, la differenza fra noi e loro. Così, male che vada, potrà almeno dire che non mi hanno lasciato lavorare

 

Questa, però, l’abbiamo già sentita! 

 

 


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