La trovata del bavaglio non è nuova. Chi non è giovanissimo e non ha perso la memoria, guardando la messinscena di Corrado Passera e i militanti di Italia Unica contro la legge elettorale Italicum, avrà pensato a una volgare imitazione in versione 2.0 della tribuna politica muta del 1978, autogestita da Pannella, Mellini, Bonino, Spadaccia con 25 minuti di silenzio, per denunciare la disinformazione di regime sui referendum radicali in tema di abrogazione della legge reale, del finanziamento pubblico ai partiti e per la legge sull'aborto.
L’azione radicale ruppe allora gli schemi della comunicazione politica televisiva, secondo lo stile caratteristico della lotta nonoviolenta scelta negli anni dal genio necessariamente fantasioso di Marco Pannella, ed ebbe una valenza di grande effetto facendo molto discutere.
Non si può dire la stessa cosa sul cosiddetto flash mob odierno a Montecitorio, con tanto di maestro musicale e il tocco di retorica patriottica dell’inno di Mameli, organizzato dal Movimento dell’ex banchiere e non solo. Del resto, per fare il Pannella ci vuole il fisico, ma anche la storia. E Corrado Passera, una tutta sua, di tutto rispetto, ben incardinata nel regime che ha imbavagliato il Paese, c’è l’ha.
Proprio per questo può indurre a qualche impietosa riflessione quella che Claudio Velardi chiama nel suo blog la “comica finale”, mentre si chiede “che cosa deve passare nella testa di un uomo di mezz’età, stimato consulente, poi ricco banchiere, infine ministro della Repubblica, che ad un certo punto decide di inventarsi leader politico, e si incaponisce a diventarlo contro tutte le evidenze? Mistero insondabile.” Per l'appunto!
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