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16/11/24 ore

Ncd, quel curioso destino di Angelino


  • Antonio Marulo

Di questo passo al Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano rimarranno solo i fortunati scelti come ministri e sottosegretari nel governo; gli altri, alla spicciolata, stanno invece abbandonando la nave dei cosiddetti responsabili delle prima ora, magari ben consapevoli che alla peggio c’è Verdini a metterci una toppa all’uopo.

 

Prima Nunzia Di Girolamo (per intenderci, quella coniugata Boccia del Pd), che recentemente ha deciso di ritornare all’ovile berlusconiano; poi Gaetano Quagliariello, malpancista a scoppio ritardato sulla riforma del Senato e non solo; ora Carlo Giovanardi e la sua pattuglia di emiliani-devoti, stufi della presunta deriva omosessuale in tema di unioni civili, adozioni e tutto quanto possa in qualche modo minare la stabilità della cosiddetta famiglia tradizionale.

 

Come se ciò non bastasse, il ministro dell’Interno deve fare i conti con il curioso destino di essere malvoluto da tutti. E mentre a destra è marchiato dall’accusa infamante di tradimento; a sinistra, incassati i suoi voti anche se puzzano, alla prima occasione viene preso ad esempio negativo per scaricarsi dalle responsabilità di qualche provvedimento poco gradito.

 

“È tutta colpa di Alfano” pare infatti sia diventato - e il diretto interessato ne è pur contento - l’alibi per ogni lordura o presunta tale di cui l’Esecutivo si fa portatore per ripagare l’utile destrorso servigio, come ci fa notare l’uscita del ministro Dario Franceschini in merito all’innalzamento della soglia del contante a 3mila euro.

 

Comunque sia, l’ex pupillo senza il quid di Berlusconi va avanti per la sua strada a testa bassa, sognando democristianamente quel partito della nazione a cui starebbe lavorando, fra gli altri, con Matteo Renzi. Per giunta, oggi è finalmente una giornata da momenti di gloria e in concomitanza con l’addio di Giovanardi e compagni, può agitare il vessillo anti-gender a questi ultimi tanto caro, dopo che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle trascrizione nei registri comunali dei matrimoni gay celebrati all’estero, ribaltando le sentenze del Tar.

 

"L'anno scorso – ha commentato il titolare del Viminale - la mia circolare sul divieto di trascrizione nozze gay contratte all'estero: polemiche, aggressioni talvolta violente e una pioggia di ricorsi. Adesso il Consiglio di Stato mi dà ragione su tutta la linea: i matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono previsti dalla legge italiana, pertanto le trascrizioni fatte dai sindaci sono illegittime e la vigilanza è di competenza dei Prefetti. Molto bene". Olè!

 

 


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