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18/04/24 ore

PD, breve storia di una “forza debole”



di Zeno Gobetti

 

Nato nel 2007 sulla base di un progetto di fusione tra i Democratici di sinistra (DS), eredi della tradizione del PCI, e la Margherita, che riuniva forze cristiano sociali, il Partito democratico doveva rappresentare la nuova forza della sinistra italiana che si sarebbe contrapposta al polo di destra.

 

Nel contesto bipolare di quegli anni, molti a sinistra ritenevano indispensabile coagulare tutte le forze di sinistra in un unico partito per rispondere alle criticità che erano emerse con il primo Governo Prodi ( 1996-1998) e che si erano sostanzialmente riproposte nel secondo governo Prodi (2006-2008). La stagione dell’Ulivo aveva infatti prodotto coalizioni di Governo molto eterogenee che difficilmente reggevano per l’intera legislatura.

 

La vittoria del 2006, ottenuta per pochi voti, aveva lasciato una profonda instabilità nel Senato tale da rendere difficile il percorso del Governo. I due partiti maggiori decisero quindi di accelerare il percorso di fusione di cui si discuteva da tempo per non arrivare impreparati a possibili elezioni anticipate. Nei fatti fu proprio la nascita del PD ha dare il colpo definitivo ai difficili equilibri interni alla maggioranza e portare alle inevitabili elezioni.

 

La prima sconfitta del PD si determinò con la sua stessa nascita. La leadership di Veltroni doveva compattare le diverse anime del neonato partito in quella che molti definirono una “fusione fredda”, ovvero una fusione di convenienza con il solo scopo di produrre una forza in grado di vincere. Il partito democratico, come si diceva in quegli anni, doveva avere una “vocazione maggioritaria”. I dati delle elezioni del 2008 dimostrarono che il PD era ben lontano da quella vocazione...

 

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