Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

22/11/24 ore

Dove va il PD di Elly Schlein? Conversazione di Enza Bruno Bossio con Giuseppe Rippa



Con la sua nomina a segretaria del Partito Democratico Elly Schlein veniva presentata come una speranza di alternativa alla premier Giorgia Meloni e una prospettiva di rilancio per il maggior partito della opposizione. Ma la navicella del suo PD  non sembra per ora essere giunta in vista di un porto. 

 

Il partito continua a essere in permanente fibrillazione, tra equilibrismi di correnti e la sensazione che resta privo di prospettive e contenuti, navigando tra ambiguità che minacciano la sua credibilità, disegnando i limiti di un disegno politico fragile e confuso.

 

Fin dalla sua fondazione (14 ottobre 2007) il Partito Democratico nasceva con quei caratteri intrisi di contraddizioni, come un incontro fra gruppi dirigenti consolidati che non avevano certamente brillato per gestione democratica dei partiti che rispettivamente dirigevano. Il mondo post-comunista e quello cattolico “sociale” si sposavano, ma il loro obiettivo principale era cercare di realizzare un nuovo compromesso, e anche se il Manifesto dei Valori che veniva varato diceva che il partito nuovo “… intende contribuire a costruire e consolidare, in Italia e nel mondo, un ampio campo riformista, europeista e di centro-sinistra, operando in un rapporto organico con le principali forze socialiste, democratiche, progressiste e promuovere l’azione comune…”, sono state proprio le forze laiche, liberali, socialiste, radicali-libertarie le culture escluse da questo disegno

 

Quello che si esprime attraverso la leadership della Schlein nasce su questa base e aggiunge caratteri (woke) che più che essere portatori di rivendicazioni delle cosiddette minoranze, che si parli di orientamento sessuale o identità di genere, di origini etniche o di disabilità, sembra essere espressione di una interpretazione di “nicchia legate alla dinamica del “politicamente corretto” oppure del “cancel culture” che ulteriormente acuiscono la incomprensibilità del soggetto politico.

 

Quella che segue è una conversazione video con Enza Bruno Bossio, dal 2009 nella direzione nazionale del PD e Giuseppe Rippa, direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale.

 


 

- Dove va il PD di Elly Schlein? Conversazione di Enza Bruno Bossio con Geppi Rippa

(Agenzia Radicale Video)

 

 


Aggiungi commento