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22/12/24 ore

Kursk: offensiva ucraina e ambiguità italiana. Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa



Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso  l’Ucraina, in una aggressione che aveva avuto inizio nel febbraio 2014 dopo la fuga dal Paese del presidente filo-russo Viktor Yanukovich. Le truppe russe avevano attraversato allora illegalmente il confine di stato dell’Ucraina per la successiva occupazione temporanea della Crimea. Fu preso possesso dei palazzi amministrativi, fu spenta la Tv, furono bloccati l’esercito e i militari ucraini… La Russia decise di incorporare nella Federazione il territorio, dopo il referendum farsa nel marzo in Crimea, contro il diritto internazionale e mai riconosciuto dalla comunità internazionale…

 

Dopo due anni e mezzo della violenta invasione, che Putin definiva l'operazione militare speciale, ecco l’offensiva ucraina nella regione di Kursk (ora pare ampliata anche alla regione di Belgorod), in territorio russo, ecco che lo scenario ha assunto un’altra dinamica.

 

Dopo circa 10 giorni dall’offensiva Mosca non è riuscita a respingere questa offensiva e si trova in grave difficoltà politica e militare. È costretta a ridistribuire le truppe, ma con difficoltà, confermando la debolezza del suo apparato di intelligence, ma anche l’impreparazione di difesa dietro la cosiddetta linea rossa.

 

L'offensiva ucraina nella regione russa di Kursk - ha scritto l’analista politico e sinologo Francesco Sisci - è in corso da una settimana ormai: non si tratta solo di una sortita, ma ha ampie implicazioni strategiche. Non è chiaro come evolverà la situazione, ma è ovviamente un duro colpo per il presidente russo Vladimir Putin e le ricadute potrebbero arrivare fino all’Italia…”.

 

“… Vatti a fidare dell’Italia come alleato - ha poi scritto Paolo Mieli sul Corriere della Sera . A fronte dello sconfinamento ucraino in territorio russo, l’Europa con una dichiarazione ufficiale ha sentenziato: «L’Ucraina ha diritto ad attaccare il nemico ovunque lo ritenga necessario». Gli Stati Uniti, tramite il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha detto più o meno la stessa cosa: «Spetta all’Ucraina decidere in merito a questa offensiva». Pur se poi l’ha esortata a non spingersi troppo «oltre il confine». L’Italia se n’è apertamente dissociata ed è la prima volta che accade dall’inizio della guerra. Come prima cosa il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito che mai arma italiana avrebbe sparato un sol colpo al di là del confine che divide l’Ucraina dal Paese invasore. E fin qui niente di nuovo, restiamo nel tradizionale ipocrita distinguo tra uso «difensivo» e uso «offensivo» delle armi fornite alla resistenza ucraina…”.

 

“… Il ministro si poteva fermare qui. Però, invece, ha ritenuto di aggiungere che «nessun Paese deve invadere un altro Paese». Mettendo così implicitamente sullo stesso piano le due «invasioni», quella russa e quella ucraina - ha proseguito Mieli -.

 

Il concetto è che l’Ucraina, attaccata e massacrata da Putin non deve difendersi fuori dal suo territorio (come invece hanno dichiarato l’Unione Europea e gli Stati Uniti) ma dovrebbe difendersi solo a casa sua, restando intrappolata contro la super potenza russa.

 

Ma è giusto e leale mettere sulla stesso piano l’aggressione russa e la difesa strategica ucraina (i cui effetti non sono comunque ancora chiari)?

 

“… Per di più farlo in questa maniera, laddove Europa, Gran Bretagna (anche con una risoluta dichiarazione del premier Keir Starmer) e Stati Uniti assumono posizioni nettamente diverse, è l’ennesima dimostrazione che l’Italia dà prova, nei momenti difficili, di non essere un alleato affidabile…” - sottolineato ancora Mieli.

 

Nell’audiovideo di Agenzia Radicale Video che segue, Francesco Sisci conversa con Giuseppe Rippa della nuova questione venutasi a determinare nella drammatica guerra  di aggressione con l’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk e sulle ricadute nella politica dell’Italia.

 

Anche alla luce della cultura politica italiana e alle sue caratteristiche di società poco predisposta alla cultura empirica e pragmatica, ma nutrita di valori, all’inverso arroccata alla sua propensione corporativa e quindi ideologica, costante della vita sociale del paese, in tutto il suo quadro politico da sinistra a destra, al presunto centro… 

 

- Kursk: offensiva ucraina e ambiguità italiana. Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)

 

 


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