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14/11/24 ore

Ius Scholae, tra domanda di diritti e equilibrismi partitici. Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa



“Sono 914mila gli alunni con cittadinanza non italiana, secondo le ultime statistiche del ministero dell’Istruzione e del Merito pubblicate l’8 agosto e aggiornate all’anno scolastico 2022/2023 - così Il Sole 24 ORE richiama i termini quantitativi attuali dello ius scholae -. A questa platea guarda chi vorrebbe questa riforma tornata nelle ultime settimane al centro del dibattito politico, che darebbe la cittadinanza ai minori stranieri che hanno frequentato regolarmente uno o più cicli scolastici in Italia. Si tratta dell’11,2% degli alunni iscritti nelle nostre scuole…”.

 

“… Da settimane - scrive Francesco Sisci, giornalista e analista politico -, il leader di Forza Italia (FI), Antonio Tajani, batte sullo ius scholae, cioè dare la cittadinanza a chi ha svolto almeno cinque anni di scuole in Italia. Il leader della Lega in Veneto, Luca Zaia, gli ha dato una sponda e, come dice un veterano della politica con Michele Anzaldi, in Parlamento c’è di fatto una maggioranza a favore dello ius scholae.

 

Eppure il partito di maggioranza relativa Fratelli d’Italia (FdI), guidato dalla premier Giorgia Meloni, non si è pronunciato. I progenitori di FdI, invece, avevano promosso la elezione degli “italiani all’estero”, cioè il contrario dei cittadini dello ius scholae, persone residenti fuori, italiani per ius sanguinis.

 

Tirando a indovinare in maniera molto cinica, se FdI dice sì allo ius scholae rinnega una parte della sua anima che ama definirsi identitaria e che taluni definiscono razzista; se dice no  rivela a luce piena. Finisce in ogni caso la sua “ambiguità strategica” su elementi forse non nobilissimi del suo dna culturale che non hanno, né possono avere, cittadinanza anche oltre l’Atlantico. 

 

Ma tali elementi, serbati quasi come in una teca trasparente ma non esposta all’aria, hanno un valore elettorale oltre che identitario. L’idea è che i voti dei neo cittadini italiani scolastici non andranno a FdI. Per FdI e Meloni è un veleno comunque essi scelgano di affrontare la materia, e il ritardo alimenta solo sospetti in Italia e nel mondo …”.

 

Come si regolano gli altri paesi europei, tra una Francia divenuta più restrittiva e la Germania più aperturista (anche se il gravissimo attentato alla festa comunale di Solingen, qualche giorno fa, ha avuto ripercussioni che spingono in una nuova direzione, non ancora esplicitata ma con un’opinione pubblica molto sconvolta e potenzialmente spinta ad un restringimento…). 

 

Delle questioni di merito (ius scholae, ius soli, ius sanguinis), delle ripercussioni nel quadro politico della maggioranza di governo, e non solo, dopo la presa di posizione di Tajani, di come potrebbe essere l’Italia con lo ius scholae conversano Francesco Sisci, giornalista e analista politico e Giuseppe Rippa direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale nell’audiovideo che segue.

 


- Ius Scholae, tra domanda di diritti e equilibrismi partitici. Conversazione con F. Sisci di G. Rippa (Agenzia Radicale Video)

 

 


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