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18/11/24 ore

Voluttà alla sconfitta: la nuova sinistra di scuola ateniese



di Paolo Mieli

(corriere.it)

 

Esplora il significato del termine: Proletari di tutto il mondo unitevi. Ma se, per un accidente della storia, vi capita di vincere le elezioni, sfogliate i giornali, cercate un pretesto, sparate a zero contro il vostro governo e pensate subito a dividervi. Eviterete così, quando si voterà di nuovo, di dover fare i conti con la realtà ma soprattutto potrete assaporare il piacere di aver provocato un gran danno alla vostra casa madre. Se sarete abili, di mandarla in rovina.

 

Il «successo» del cofferatiano Luca Pastorino che alle recenti regionali in Liguria ha fatto perdere la democratica Raffaella Paita a vantaggio del berlusconiano Giovanni Toti (pur se è quasi assodato che la Paita sarebbe stata sconfitta anche se Pastorino fosse rimasto, per così dire, al suo fianco) potrebbe diventare il simbolo di un fenomeno di portata continentale.

 

Alle imminenti elezioni greche si presenterà «Unità popolare» guidata dall’ex ministro Panagiotis Lafazanis che, secondo i sondaggi, potrebbe prendere tra il 5 e il 7 per cento. «Puntiamo su un consenso a due cifre», ha annunciato il suo compagno di scissione Stathis Kouvelakis, docente di filosofia al King’s College di Londra. Peccato che, come annuncia Vassilis Primikiris, un altro dei leader della nuova formazione «unitaria» - nella storia della sinistra è tradizione di quasi tutti gli scissionisti quella di ornare l’intestazione del nuovo partito con il termine «unità» - nel nuovo Parlamento i seguaci di Lafazanis non si potranno alleare neanche con i comunisti: «sono indisponibili e lo dico con amarezza, perché vengo da lì come la gran parte dei compagni di Syriza», si rammarica Primikiris. E che persino il loro astro di riferimento, Yanis Varoufakis, li abbia fin qui snobbati. Lo scopo evidente di Lafazanis e compagni è quello di fare danno ad Alexis Tsipras anche se è improbabile che riescano a ottenere l’«effetto Toti», riescano cioè a far vincere Nea Dimokratia, la destra di Evangelos Meimarakis.

 

Comunque le percentuali a cui aspirano possono essere considerate un discreto risultato. Risultato che (sempre che lo ottengano) verrà annunciato proprio nei giorni in cui - dopo la catastrofe elettorale di Ed Miliband del maggio scorso - potrebbe salire sul trono dei laburisti britannici l’iper repubblicano Jeremy Corbyn, deputato da trentadue anni che dall’epoca in cui si affermò Tony Blair e il Labour «sterzò al centro», sostiene di aver votato ai Comuni ben cinquecento volte contro le indicazioni del proprio partito. Cinquecento casi di disobbedienza politica da parte di un solo individuo. Un record che, qui da noi, farà impallidire i seguaci di Miguel Gotor...

 

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