di Marco Calamai
(da Affari Internazionali)
Una luna di miele giunta al termine. È quella che ha regnato dai primi anni Ottanta del Novecento in una Spagna stabilmente bipartitica dove due partiti si sono alternati al potere, i conservatori del Pp (partito popolare) e i socialisti del Psoe (partito socialista operaio spagnolo). Dopo il voto del 20 dicembre non è più così.
Psoe e Pp insieme non hanno raggiunto il 51% dei voti (il 73% nelle elezioni del 2011). Milioni di voti hanno abbandonato il Pp e il Psoe e hanno scelto i due partiti emergenti: Podemos a sinistra e Ciudadanos a destra. Come spiegare questo terremoto elettorale? E ora, come può evolvere il quadro politico spagnolo?
I socialisti puniscono la moderazione del Psoe
La crisi economica ha lacerato la società. Le ricette europee dell’austerità, applicate con dogmatico rigore dalla destra al potere, hanno provocato nuove laceranti disuguaglianze.
La disoccupazione è tuttora superiore al 20%; le storiche conquiste “socialdemocratiche” (sanità e istruzione universali) sono state pesantemente ridimensionate dai tagli della spesa sociale. Un piccolo settore sociale è uscito dalla crisi più ricco di prima, una vasta percentuale di cittadini è ora più povera e vulnerabile.
Si spiega così il voto del 20 dicembre: una parte importante del tradizionale voto socialista ha punito la “moderazione” del Psoe - che non ha saputo, o voluto, opporsi alle ricette della destra – e ha premiatola “intransigenza” di Podemos.
La diffusa corruzione ha alimentato un “clima anticasta” nei riguardi di entrambi i partiti e non solo dei popolari al governo. Le accuse dei socialisti ai popolari sono state rimandate al mittente. “Non avete niente da rimproverarci: anche voi socialisti avete i vostri peccati e lo sanno tutti”.
I giovani, i più colpiti dalla crisi, hanno così deciso di punire Pp e Psoe votando Podemos e Ciudadanos. Il rifiuto delle tante ingiustizie sociali si è sposato con una nuova domanda di pulizia e trasparenza. Populismo anche in Spagna?
Si tratta in ogni caso di una protesta molto diversa da quella francese e italiana. Ci sono una nuova Spagna di destra (Ciudadanos) e una nuova Spagna di sinistra (Podemos) che si confrontano al di là della pesante crisi di consenso che segna la vicenda dei due partiti storici. Questi ultimi sono ora chiamati, se intendono sopravvivere, a un profondo rinnovamento interno.
Fare un governo all’epoca di Podemos e Ciudadanos
Sulla carta ci sono diverse ipotesi di governo, tutte difficili se non impossibili. La prima è quella di un governo di coalizione. Il Pp potrebbe allearsi con il Psoe (e forse anche con Ciudadanos) per dare vita ad una “grande coalizione” alla tedesca. Già, ma per fare cosa? Quali misure economiche e sociali? Quali provvedimenti contro la corruzione? Quale posizione nei riguardi del complesso quadro politico della Catalogna (dove Podemos è ora il primo partito). E finalmente: chi sarà il nuovo Primo ministro? Queste domande pesano soprattutto sui socialisti….
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