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17/05/24 ore

CINEMA

Oscar 2014, l'Italia prova a sedurre con 'La grande bellezza'

Non è più dolce la vita, per Paolo Sorrentino, ma la speranza è l'ultima a morire e la "Grande Bellezza" italica fa ancora gola (assieme a pizze, mandolini e padrini in pensione) al di là dell'oceano, dove il film del regista napoletano approderà per rappresentare il cinema nostrano agli Oscar 2013.

Festival internazionale cinema, "I mille occhi " di Trieste sono tutti per Maresco e il suo Tony Scott

Voglio vivere così  (Mattoli 1942), apre trionfalmente questo festival internazionale del cinema e delle arti a Trieste che celebra il suo dodicesimo compleanno dopo l'anteprima romana del 10 e 11 scorso alla sala Trevi. Manifestazione sempre incerta a causa delle risorse pressoché inesistenti ma coraggiosa nelle scelte artistiche e nella tenacia con cui i suoi promotori, Sergio M. Germani in testa, continuano a sostenerlo con appassionata dedizione. di Vincenzo Basile

La bellezza senza anima di 'The Bling ring'

In una Los Angeles ossessionata dal lusso e dalla mania di condividere tutto attraverso i social network, un gruppo di adolescenti facoltosi saccheggia le case delle celebrità trafugando vestiario e gioielli per il valore di tre milioni di dollari. di Francesca Garofalo

Una fragile armonia (Il tema del “quartetto” nella vita e nell’arte)

Con dei  versi di T. S. Eliot, tratti dall’opera “Quartetti”, inizia il film “Una Fragile Armonia” (A Late Quartet) di Yaron Zilberman  per raccontare la storia di un celebre quartetto  d’archi  impegnato nell’esecuzione dell’Opera 131 di Beethoven, metafora del fluire ininterrotto della vita. di Giovanna D’arbitrio

'Zoran', l'eroe scemo del villaggio

“Sempre pronto a una nuova idea e ad un antico vino”: così si dichiarava Berltold Brecht. E così deve sentirsi anche Paolo Bressan, alcolista svogliato e cinico, quando fra le mani gli capita un nipote – 'eredità' di una lontana zia slovena – con un notevole talento nel gioco a freccette. di Florence Ursino

'L'intrepido' impotente di Gianni Amelio

Amelio ha intrappolato il suo protagonista (e i suoi personaggi tutti) in una dimensione che non è reale, non è onirica, un labirinto pieno di fili che Arianna ha dimenticato di sbrogliare. E poi se ne è lavato le mani, spingendo senza troppa convinzione lo spettatore a formulare quel j'accuse nei confronti della società che proprio non ne vuole sapere di venir fuori, protetto com'è da strati di buonismo, critiche velate e silenzi sterili. di Florence Ursino