Una sorta di thriller psicologico, quello presentato in concorso alla kermesse capitolina, girato interamente in bianco e nero e intenzionato a ricreare la sensazione di inquietudine e lo stato di costrizione dei sentimenti in cui ha vissuto la Romania nei 30 lunghi anni di potere del Partito Comunista. di Florence Ursino
Ecco la classica pellicola americana fatta di violenza, vendetta, botte e utopie di rendezione. Scott Cooper presenta, fuori concorso, l’ennesimo racconto di un’America cattiva e abbandonata a se stessa, a quel crollo economico e spirituale che tanti, troppi, film hanno già raccontato. di Florence Ursino
L’esordiente Kiarash Asadizadeh, racconta la crisi di alcune coppie attraverso il comune destino di 4 donne legate a doppio filo a dei mariti che non amano più, che non le amano più, ma da cui non riescono a rifuggire a causa di un qualcosa di profondamente radicato in loro. di Florence Ursino
Mirko Locatelli rimane rigido sulla sua scelta di non romanzare la messa in scena, perdendo purtroppo la corposità necessaria per attrarre il pubblico e infrangere quel silenzio che diventa insopportabile nei 98 minuti della pellicola. di Florence Ursino
Una ‘forma di follia socialmente accettabile’, l’amore. L’amore. Che partorisce poesia, suona i tramonti, irrobustisce le gambe, inonda gli occhi, schiude le labbra. L’amore che non ha passato né futuro, non conosce tempi, non sa di spazio e materia, non si cura di noi. di Florence Ursino
Un altro buon film in nuce, un’altra piccola delusione infine. Presentato come un thriller drammatico in concorso al Festival del Film di Roma, ‘Sorrow and Joy’, del danese Nils Malmros, parte in quarta mettendo bruscamente lo spettatore davanti ad una tragedia: Johannes, regista di successo, torna a casa da una conferenza e trova la figlioletta di 9 mesi sgozzata da sua moglie Signe. di Florence Ursino