Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

26/12/24 ore

Colore, immagine, segno, oggetto, comportamento. Il secondo Novecento a Roma nella collezione Jacorossi


  • Giovanni Lauricella

Proseguono le esposizioni al Musia, spazio espositivo museale dalla programmazione molto piena di eventi culturali, come quello che si più vedere nella galleria 7 dal titolo "Colore, immagine, segno, oggetto, comportamento. Il secondo Novecento a Roma nella collezione Jacorossi" dal 4 al 12 ottobre; è la seconda tappa della trilogia espositiva a cura di Enrico Crispolti in collaborazione con Giulia Tulino.

 

Una mostra che vede i più importanti artisti degli ultimi cinquant'anni circa presenti in opere di raffinato gusto estetico, giudizio già espresso precedentemente per  un'altra mostra sempre del Musia, ma che questa volta il titolare della galleria, nonché collezionista Ovidio Jacorossi, deve spartire, almeno per le scelte, con il noto storico dell'arte Enrico Crispolti.

 

Non poteva essere differentemente perché scegliere gli artisti più rappresenttivi della seconda metà del novecento vuole dire prendersi una responsabilità molto rognosa in quanto si opera una dolorosa selezione che lascia fuori tanti artisti dallo scenario artistico. Solo un personaggio dalle belle spalle larghe come Enrico Crispolti poteva assolvere a questo delicato e complicato ruolo professionale.

 

Di lui ricordiamo che è professore ordinario di storia dell'arte, che ha un prestigioso archivio di arte contemporanea che porta il suo nome, "Archivio Crispolti", associazione culturale che svolge un ruolo documentale  importantissimo per l'arte contemporanea sin dal 1983 nella sede romana di via di Ripetta.

 

Tantissime opere di gran formato e tantissimi nomi, artisti che hanno caratterizzato il recente scenario artistico. In mostra sono esposte una trentina di opere che portano le firme di: Renato Guttuso, Corrado Cagli, Antonio Sanfilippo, Cy Twombly, Mario Schifano, Giuseppe Uncini, Nino Franchina, Cesare Tacchi, Giosetta Fioroni, Franco Angeli, Tano Festa, Lucio Fontana e Egidio Costantini, Nedda Guidi, Pino Pascali, Mario Ceroli, Mirko Basaldella, Titina Maselli, Emilio Prini, Giulio Turcato, Claudio Abate, Gino De Dominicis, Guido Strazza, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Piero Dorazio, Afro, Franco Piruca, Joseph Kosuth, Mimmo Paladino, Gianni Dessì, Marco Tirelli.

 


 

Molto particolare è la scelta del quadro di Castellani, opera che era indicativa di una ricerca d'avanguardia molto avanzata per quei tempi, a riprova della visione lungimirante di Ovidio Jacorossi e della qualità espositiva  voluta dalla curatela di Enrico Crispolti.

 

Personalmente lodo l'inclusione nella mostra, che come ho già detto ha un riflesso diretto nella storiogrfia della seconda metà del '900, di alcuni artisti che in altre mostre del genere venivano poco considerati, secondo me ingiustamente come ad esempio Franco Piruca.

 

Curiosa coincidenza per uno degli artisti che vediamo esposti in questa mostra al Musia, Gianni Dessì, che ha una personale in concomitanza alla galleria La Diagonaleche si trova a pochi metri di distanza sempre su via Dei Chiavari.

 

 

 

Colore, immagine, segno, oggetto, comportamento.

Il secondo Novecento a Roma nella collezione Jacorossi

Musia

dal 4 al 12 gennaio

Via Dei Chiavari 7 

Roma

 

 


Aggiungi commento